Colui che possiede le seguenti caratteristiche:
UMILTA’: virtù per cui l'uomo non si esalta dei propri meriti e riconosce i suoi limiti naturali
RISPETTO: sentimento che ci induce a riconoscere i diritti, la dignità di qualcuno o di qualcosa
VOLONTA’: la capacità di volere, ossia il potere di determinarsi consapevolmente a compiere un atto per ottenere un fine
SPIRITO: disposizione dell'animo che è alla base delle azioni dell'uomo
giovedì 28 settembre 2006
martedì 19 settembre 2006
Foto Mergozzo (3ª Parte)





Foto Mergozzo (2ª Parte)





Foto Mergozzo (1ª Parte)


foto n°1 : Paolo,Ale B.,Ale M.
foto n°2 : Francesco, Max , ancora....Ale M.
foto n° 3: Gira e Claudio finalmente due atleti seri....
Nell'ultima foto l'Ironwoman Simona


lunedì 18 settembre 2006
Medio Mergozzo
Domenica sabatica quella appena trascorsa accompagnando l' amico nonchè compagno di club Maurizio "vecchio lupo" Farina al suo immancabile appuntamento di fine stagione ovverosia il medio di Mergozzo organizzato dagli amici Gianpiero,Daniele e Renato.
Partenza ore 6.30 con condizioni climatiche che facevano passare la voglia di gareggiare in virtù di una pioggia battente che guarda caso non era contemplata dalle previsioni meteo di canale 5.
Il Maurizio era piuttosto irritato non solo per il tempo impietoso ma per un problema inguinale che non gli permetteva di rendere al meglio nella frazione di corsa.
Arrivo nella desolata Mergozzo alle 7.55 e la pioggia non demorde tanto che diversi concorrenti decidono di non prendere parte alla gara e fanno ritorno al paesello come gli amici Max Rovelli e l'adorabile coppia formata dal mitico Mauro Ciarrocchi e dall' inseraparabile moglie Ornella .
L'organizzazione si trova con una bella gatta da pelare e decide di eliminare dal percorso ciclistico la salita di Fomarco con la relativa pericolosa discesa. Con qualche minuto di ritardo la gara parte e malgrado qualche polemica riguardante l'annoso problema della scia incorona degno vincitore della prova Massimo Cigana. Da segnalare anche le ottime frazioni sui pedali e di corsa di Alessandro Alessandri e anche l'ottimo piazzamento finale per i carissimi amici Girasole e Balboni. Questa trasferta è per lo scrivente un vero happening con i numerosi amici che hanno allietato la mia decennale presenza nel mondo del triathlon. La truppa del Granarolo capitanata dal Gira conta numerose presenze con il simpatico Bracco,Gamberini ,Pierluca ,Max Fornasari e l'Ironwoman Simona che non gareggiando rimane in mia compagnia scattando foto a tutto spiano ai valorosi compagni di squadra.
Anche lo Steel Triathlon è presente in modo massiccio capitanato dal presidente valoroso atleta Orrieri , dal mitico infermiere Giampietro, il roccioso Luca Bonomi cattivo al punto giusto accompagnato dalla futura santa moglie, Bergamini e come spettatori gli Indiana Jones della squadra Luca Lamperti e Cristina che ringrazio pubblicamente per avermi riaccompagnato a casa deviando dal loro itinerario prefissato. Cosa non si fa per quel disperato dell'Ironmerd.......
Purtroppo come accennavo prima, causa drafting illecito molteplici sono risultati gli atleti squalificati dai giudici e tra gli amici incappati in questa disgrazia ritrovo putroppo Max Malano,il Bracco,Pierluca,Gamberini e la cosa mi dispiace parecchio. Dai ragazzi ! la prossima gara cancellerà questo brutto ricordo e ritroverete le gioie già assaporate nelle precedenti occasioni.
Molti atleti approfittano della linearità di questo tracciato che non presenta sostanziali difficoltà altimetriche per esordire nella media distanza. Mi sembra doveroso complimentarmi con Francesco provato ma felicissimo, con Daniele un altro componente della famiglia Brustia qui presente anche con la punta di diamante Alessandro ,con Paolo Borrini appartenente alla mia società e con tutti coloro che hanno rotto il ghiaccio e le barriere psicologiche compiendo un altro passo verso il sogno che per la quasi totalità di loro significa Ironman lo zenit per un trialeta, vero Mauro ?. Ottima anche la frazione podistica di Ale Melloni con il quale quest'anno ho condiviso una parte della maratona a Zurigo e un tributo particolare alla coppia inossidabile formata dall'istrionico Mario Mazzotti e dall'Armando Scolari. Anche il mio compagno di viaggio Maurizio malgrado qualche problema di natura fisica ha stretto i denti da vero guerriero ed ha concluso onorevolmente la gara. Grande Vecchio Lupo !
Mi devo complimentare con tutti i finisher di codesta prova partita all'insegna di un clima prettamente autunnale e poi conclusasi con condizioni di tempo perfette, perchè sinceramente partire con la pioggia non è molto entusiasmante e lo dice uno che ama le calde temperature...
Mamma mia mi stavo dimenticando di citare l'incontro con Il Pres "Two times" Gualla GP in veste di spettatore e di seguito segugio a caccia dei maledetti succhiaruote e del suo scudiero Lucio Bazzoni che mi ha garantito di aver raggiunto un'autonomia di corsa pari a km.8 .Dopo aver consumato un frugale spuntino a base di focacce e schiacciatine l'Ironman Guardone ha ben pensato di abbandonare la scena e ritornare a correre se non erro in palestra al calduccio. Oh Lucio guarda che il Pres mi tiene informato sugli steps d'avvicinamento al grande evento per cui mantieni fede agli oneri che ti sei sobbarcato per coronare il sogno del trio delle meraviglie.
Adesso "la cumpagnìa lè bela ma gò ul rost chel brüsa" per cui cerco di postare qualche foto dell'evento cosa che richiede un bel po' di tempo.
Alla prossima
Partenza ore 6.30 con condizioni climatiche che facevano passare la voglia di gareggiare in virtù di una pioggia battente che guarda caso non era contemplata dalle previsioni meteo di canale 5.
Il Maurizio era piuttosto irritato non solo per il tempo impietoso ma per un problema inguinale che non gli permetteva di rendere al meglio nella frazione di corsa.
Arrivo nella desolata Mergozzo alle 7.55 e la pioggia non demorde tanto che diversi concorrenti decidono di non prendere parte alla gara e fanno ritorno al paesello come gli amici Max Rovelli e l'adorabile coppia formata dal mitico Mauro Ciarrocchi e dall' inseraparabile moglie Ornella .
L'organizzazione si trova con una bella gatta da pelare e decide di eliminare dal percorso ciclistico la salita di Fomarco con la relativa pericolosa discesa. Con qualche minuto di ritardo la gara parte e malgrado qualche polemica riguardante l'annoso problema della scia incorona degno vincitore della prova Massimo Cigana. Da segnalare anche le ottime frazioni sui pedali e di corsa di Alessandro Alessandri e anche l'ottimo piazzamento finale per i carissimi amici Girasole e Balboni. Questa trasferta è per lo scrivente un vero happening con i numerosi amici che hanno allietato la mia decennale presenza nel mondo del triathlon. La truppa del Granarolo capitanata dal Gira conta numerose presenze con il simpatico Bracco,Gamberini ,Pierluca ,Max Fornasari e l'Ironwoman Simona che non gareggiando rimane in mia compagnia scattando foto a tutto spiano ai valorosi compagni di squadra.
Anche lo Steel Triathlon è presente in modo massiccio capitanato dal presidente valoroso atleta Orrieri , dal mitico infermiere Giampietro, il roccioso Luca Bonomi cattivo al punto giusto accompagnato dalla futura santa moglie, Bergamini e come spettatori gli Indiana Jones della squadra Luca Lamperti e Cristina che ringrazio pubblicamente per avermi riaccompagnato a casa deviando dal loro itinerario prefissato. Cosa non si fa per quel disperato dell'Ironmerd.......
Purtroppo come accennavo prima, causa drafting illecito molteplici sono risultati gli atleti squalificati dai giudici e tra gli amici incappati in questa disgrazia ritrovo putroppo Max Malano,il Bracco,Pierluca,Gamberini e la cosa mi dispiace parecchio. Dai ragazzi ! la prossima gara cancellerà questo brutto ricordo e ritroverete le gioie già assaporate nelle precedenti occasioni.
Molti atleti approfittano della linearità di questo tracciato che non presenta sostanziali difficoltà altimetriche per esordire nella media distanza. Mi sembra doveroso complimentarmi con Francesco provato ma felicissimo, con Daniele un altro componente della famiglia Brustia qui presente anche con la punta di diamante Alessandro ,con Paolo Borrini appartenente alla mia società e con tutti coloro che hanno rotto il ghiaccio e le barriere psicologiche compiendo un altro passo verso il sogno che per la quasi totalità di loro significa Ironman lo zenit per un trialeta, vero Mauro ?. Ottima anche la frazione podistica di Ale Melloni con il quale quest'anno ho condiviso una parte della maratona a Zurigo e un tributo particolare alla coppia inossidabile formata dall'istrionico Mario Mazzotti e dall'Armando Scolari. Anche il mio compagno di viaggio Maurizio malgrado qualche problema di natura fisica ha stretto i denti da vero guerriero ed ha concluso onorevolmente la gara. Grande Vecchio Lupo !
Mi devo complimentare con tutti i finisher di codesta prova partita all'insegna di un clima prettamente autunnale e poi conclusasi con condizioni di tempo perfette, perchè sinceramente partire con la pioggia non è molto entusiasmante e lo dice uno che ama le calde temperature...
Mamma mia mi stavo dimenticando di citare l'incontro con Il Pres "Two times" Gualla GP in veste di spettatore e di seguito segugio a caccia dei maledetti succhiaruote e del suo scudiero Lucio Bazzoni che mi ha garantito di aver raggiunto un'autonomia di corsa pari a km.8 .Dopo aver consumato un frugale spuntino a base di focacce e schiacciatine l'Ironman Guardone ha ben pensato di abbandonare la scena e ritornare a correre se non erro in palestra al calduccio. Oh Lucio guarda che il Pres mi tiene informato sugli steps d'avvicinamento al grande evento per cui mantieni fede agli oneri che ti sei sobbarcato per coronare il sogno del trio delle meraviglie.
Adesso "la cumpagnìa lè bela ma gò ul rost chel brüsa" per cui cerco di postare qualche foto dell'evento cosa che richiede un bel po' di tempo.
Alla prossima
martedì 12 settembre 2006
foto Bodensee Tri -Challenge


Nella foto in alto sono in compagnia del vincitore Olaf Sabatschus e dell'amico Talin, mentre di fianco sono con l'amico Caspar membro dell'organizzazione
lunedì 11 settembre 2006
Merito la cittadinanza svizzera
Dopo la sfortunata parentesi due settimane or sono a Zofingen con clima autunnale ,lo scorso week-end sono ritornato nuovamente in territorio elvetico per la seconda edizione del Bodensee Tri-Challenge un'Ironman spettacolare caratterizzato dalla bellezza degli agresti paesaggi visionati durante i 183 km. del percorso ciclistico. La peculiarità di codesta prova ,unica nel suo genere, riguarda il passaggio nel corso della stessa all'interno delle tre nazioni che s'affacciano sull'ameno lago di Costanza,ovverosia Svizzera,Austria e Germania.
E' forse l'unica volta che mi posso permettere d'entrare ed uscire dalla Svizzera senza dover renderne conto al doganiere di turno....
Ormai è risaputa la mia insofferenza per le basse temperature per cui tutta la settimana ho visionato Meteo Suisse che dapprima prevedeva per la domenica rovesci sparsi mettendomi in agitazione mentre il venerdì il buon Dio ha accolto le mie preghiere e tutto d'un tratto una positiva evoluzione meteorologica garantiva tempo soleggiato per il giorno della gara.
La botta alla coscia destra triste ricordo del Powerman nell'ultima settimana mi aveva permesso di ricominciare a fare qualche blando allenamento ma la preoccupazione maggiore era la condizione psicologica ormai al lumicino. In siffatte competizioni la determinazione unita alla capacità di soffrire nei momenti di crisi rivestono una notevole importanza e lo scrivente alla vigilia della gara le aveva piuttosto ridotte.
Queste lacune mi spaventavano non poco tenuto conto della durezza del percorso ciclistico con i suoi 1777 metri di dislivello ricco di saliscendi e strappi che impensieriscono i poco avvezzi alla salita come l'Ironmerd. La sede della gara ,vale a dire la turistica cittadina svizzera di Rorschach, mi accoglie il sabato mattina con uno splendido sole e dopo aver portato i bagagli in albergo, situato in località Steinach, mentre attendo la distribuzione dei pacchi gara incontro l'amico spagnolo Talin residente a Zug. Costui mi ha ospitato in un paio d'occasioni e con me ha condiviso le gioie e i dolori (fisici....) di parecchi Ironman. E' sempre un piacere rivederlo perchè dopo Lanzarote quest'anno aveva optato per Roth tradendo l'abituale appuntamento di Zurigo cosicchè le nostre strade non si erano più incrociate. La stranezza per il sottoscritto è il ritrovarsi in un IM e non conoscere nessuno per cui la compagnia di Talin è doppiamente ben accetta anche se riesco a far la conoscenza di un triatleta francese . Il dubbio che ci assale concerne il vestiario da indossare per la gara in quanto la mattina sarà particolarmente frizzante ma poi il sole previsto riscalderà l'ambiente e di conseguenza il termometro salirà di molto. La mia scelta cade su un maglia senza maniche fornita di wind tex ,sotto di essa una canottiera che poi utilizzerò nella maratona, il tutto accompagnato da una coppia di manicotti.Incontro per la terza volta quest'anno anche Olivier Bernhard testimonial della manifestazione sempre molto gentile e che durante la prima parte di maratona mi ha incitato con calore. Scatto anche una foto con Olaf Sabatschus in quanto lo ritengo il possibile vincitore cosa che troverà positivo riscontro sul campo. Quest'anno bisogna anche pensare alla parte fotografica del blog perchè i lettori oltre a leggere e criticare le mie ironiche fantasie gradiscono vedere qualche protagonista della triplice. La presenza di Talin si rivela altresì efficace nel corso del briefing in lingua tedesca al termine del quale avviene il famigerato pasta party. Al calar del sole la temperatura cala molto bruscamente e al ritorno in albergo provo una sensazione di freddo tanto che la mia mente associa il tutto ad un detto dialettale in voga dalle mie parti che recita testualmente:
"ad agost giò ul su l'è fosc".Traduzione :ad agosto al calar del sole è subito fosco.
In effetti la domenica mattina l'aria è piuttosto frizzante e l'umidità del prato adibito a zona cambio notevole. Sono in compagnia del ragazzo francese quando vedo un fuggi fuggi dalla zona cambio attorno alle 6.10 e incuriosito chiedo spiegazioni ad un giudice di gara il quale vedendomi ancora in tenuta relax m'invita a mettere la muta perchè tempo 5 minuti la zona cambio dovrà essere vuota. Incredibilmente anche Talin rimane colto di sorpresa e deve farsi il tratto dalla zona cambio a quello di partenza a piedi nudi sul prato piuttosto gelido....
Questo fatto lascia un po' tutti esterefatti e fortuna vuole che mi sono portato una borsa con la muta e posso finire d'indossarla con la dovuta calma prima della partenza. In virtù dei 18-19 gradi dello specchio d'acqua questa è l'occasione buona per sfoggiare la cuffia in neoprene gentiltilmente confezionata e donatami da Maxent (grazie Max!) in previsione di Lanzarote ma che poi per disguidi postali non era arrivata in tempo per la trasferta canaria. Siamo solo in due a portarla ma qualcun'altro col senno di poi avrebbe voluto averla con sè, vero Talin?
Il percorso in andata non presenta difficoltà mentre il ritorno col sorgere del sole diventa problematico e perdo un sacco di tempo fermandomi per cercare la retta via col risultato che oltre ad uscire ,come sempre ,stanco e stralunato sono piuttosto innervosito . La vestizione in zona cambio avviene in tutta tranquillità permettendomi di ritornare tra i mortali e una volta salito sulla bici intraprendo l'ostico percorso all'interno del quale in territorio germanico vi è un circuito di 20 km. molto impegnativo da ripetersi tre volte che a detta di Caspar, amico facente parte dell'organizzazione ,è meno impegnativo rispetto a quello dell'anno precedente.
Dopo qualche saliscendi e passata la città di Bregenz la strada comincia a salire raggiungendo quota 850 metri slm dove s'intravedono i caratteristici prati incontaminati e le annesse fattorie che poi ricontrerò durante il circuito sopraccitato.
Al termine della salita aggancio Talin che mi rivela le difficoltà affrontate in acqua e malgrado la ricerca di una pedalata agile le gambe cominciano a dare segni di stanchezza. Sono curioso e ansioso di conoscere la durezza del circuito in Allgau e ahimè dopo la prima tornata la realtà supera la fantasia. Il pensiero che terminati i tre giri mi aspettano ancora 60 km. da percorrere mi getta nello sconforto e mi sforzo d'utilizzare rapporti molto agili per risparmiare la muscolatura tranne in un strappo maledetto con pendenze forse superiori al 15% dove rischio il ribaltamento perchè pur cercando di pedalare rimango fermo sul posto. Non utilizzando il computerino in bici durante gli IM non saprei stabilire la velocità ma ad occhio e croce sarò salito a 7-8 km/h !!!
La tortura dura sino al 150 km . poi durante la discesa verso Bregenz cerco di recuperare un briciolo di forze e gli ultimi 30 km. non utilizzo più le appendici perchè sarei ridicolo tanto vado piano. La visione del cartello Rorschach mi ridà entusiasmo ma poi realizzo che devo correre ancora 42 km. e con le gambe così malridotte sicuramente non sarà una passeggiata.
Guardo l'ora e ,mettetevi pure a ridere, mentre corro agghindato con il mio bel papillon giallo a pois verdi e rossi (x Ale: gli occhiali e il naso di Zurigo li ho abbandonati perchè non mi fanno respirare granchè...) con la mente comincio ad organizzare il viaggio di ritorno calcolando la tempistica del dopo gara. In questi frangenti fuoriesce la mia natura da Ironmerd DOC menefreghista di quanto possa correre la maratona e di conseguenza del crono finale.
Con mio grande stupore la prima parte di maratona mi sento leggero e reattivo ma nella seconda mezza ho diverse crisi che cerco di assecondare con soste ai ristori e consumando qualche gel.
Il mio travestimento accoglie come nelle altre occasioni il favore del pubblico e il travaglio di Zofingen è solo un brutto ricordo. La sofferenza nel percorrere una maratona di un IM è un qualcosa da mettere in preventivo mentre nel Powerman in aggiunta a tutto ciò avvertivo anche un dolore fisico dovuto al trauma subito e l'agonia era doppia.
Questa volta arrivo spossato ma con il sorriso sulle labbra perchè questo è il comandamento principe della mia filosofia d'intendere lo sport. Ricevo medaglia e maglietta di finisher nei confronti delle quali sinceramente non nutro particolare simpatia perchè andranno a prendere polvere all'interno di qualche scatolone in soffitta in dolce compagnia delle precedenti e poi ricarico il glicogeno muscolare perso con pasta e cibi vari. All'uscita del tendone un atleta mi invita a provare l'idromassaggio e avendo qualche brivido di freddo entrare nell'acqua calda mi ha rigenerato lo spirito. Quando racconto al mio interlucutore che di lì a poco devo far ritorno a casa in Italia costui mi guarda allucinato e mi chiede se non sono troppo stanco per guidare.
Lo rassicuro che non è la prima volta che affronto un'esperienza simile e che mi sarà d'aiuto il viaggiare con la musica a "manetta". Prima di partire incontro Caspar e lo maledico perchè mi aveva mentito riguardo l'effettiva asprezza dei tre giri in Allgau e lui sorridendo mi risponde che non voleva crearmi ulteriori apprensioni. Comunque dopo avergli tributato le giuste lodi per l'ottima organizzazione della prova lo ringrazio per l'invito ricevuto e cercherò nel mio piccolo di divulgare questo Ironman che non ha nulla da invidiare a quelli più acclamati con il bollino nemmeno la quota d'iscrizione che risulta inferiore di un bel 40%. Bisogna considerare lo sforzo organizzativo nel coinvolgere tre differenti nazioni , la gestione del traffico e a manifestazione conclusa il bilancio risulta ampiamente positivo. Degni di nota i ristori forniti di tutto il necessario per affrontare un Ironman.
Nella sezione ringraziamenti inserisco Talin per la gradevole compagnia e tutti gli amici triatleti italiani che mi mandano i vari in bocca al lupo alla vigilia di ogni gara. Saprò sdebitarmi incitandovi a squarciagola quando assisterò in veste d'atleta o di spettatore ad una vostra gara.
Ah dimenticavo.... il perchè del titolo. Avendo concluso per il secondo anno consecutivo il trittico composto da IM Switzerland,Powerman Zofingen, Bodensee Tri-Challenge posso aspirare a questo riconoscimento o non me lo merito?
Per qualsiasi commento ricordo a tutti che nel mio profilo potrete usufruire del mio indirizzo di posta elettronica . Sottolineo che il mio è un blog democratico dove ognuno può esprimere anche il suo disappunto circa i miei scritti o le mie ideologie sportive.
Alla prossima
E' forse l'unica volta che mi posso permettere d'entrare ed uscire dalla Svizzera senza dover renderne conto al doganiere di turno....
Ormai è risaputa la mia insofferenza per le basse temperature per cui tutta la settimana ho visionato Meteo Suisse che dapprima prevedeva per la domenica rovesci sparsi mettendomi in agitazione mentre il venerdì il buon Dio ha accolto le mie preghiere e tutto d'un tratto una positiva evoluzione meteorologica garantiva tempo soleggiato per il giorno della gara.
La botta alla coscia destra triste ricordo del Powerman nell'ultima settimana mi aveva permesso di ricominciare a fare qualche blando allenamento ma la preoccupazione maggiore era la condizione psicologica ormai al lumicino. In siffatte competizioni la determinazione unita alla capacità di soffrire nei momenti di crisi rivestono una notevole importanza e lo scrivente alla vigilia della gara le aveva piuttosto ridotte.
Queste lacune mi spaventavano non poco tenuto conto della durezza del percorso ciclistico con i suoi 1777 metri di dislivello ricco di saliscendi e strappi che impensieriscono i poco avvezzi alla salita come l'Ironmerd. La sede della gara ,vale a dire la turistica cittadina svizzera di Rorschach, mi accoglie il sabato mattina con uno splendido sole e dopo aver portato i bagagli in albergo, situato in località Steinach, mentre attendo la distribuzione dei pacchi gara incontro l'amico spagnolo Talin residente a Zug. Costui mi ha ospitato in un paio d'occasioni e con me ha condiviso le gioie e i dolori (fisici....) di parecchi Ironman. E' sempre un piacere rivederlo perchè dopo Lanzarote quest'anno aveva optato per Roth tradendo l'abituale appuntamento di Zurigo cosicchè le nostre strade non si erano più incrociate. La stranezza per il sottoscritto è il ritrovarsi in un IM e non conoscere nessuno per cui la compagnia di Talin è doppiamente ben accetta anche se riesco a far la conoscenza di un triatleta francese . Il dubbio che ci assale concerne il vestiario da indossare per la gara in quanto la mattina sarà particolarmente frizzante ma poi il sole previsto riscalderà l'ambiente e di conseguenza il termometro salirà di molto. La mia scelta cade su un maglia senza maniche fornita di wind tex ,sotto di essa una canottiera che poi utilizzerò nella maratona, il tutto accompagnato da una coppia di manicotti.Incontro per la terza volta quest'anno anche Olivier Bernhard testimonial della manifestazione sempre molto gentile e che durante la prima parte di maratona mi ha incitato con calore. Scatto anche una foto con Olaf Sabatschus in quanto lo ritengo il possibile vincitore cosa che troverà positivo riscontro sul campo. Quest'anno bisogna anche pensare alla parte fotografica del blog perchè i lettori oltre a leggere e criticare le mie ironiche fantasie gradiscono vedere qualche protagonista della triplice. La presenza di Talin si rivela altresì efficace nel corso del briefing in lingua tedesca al termine del quale avviene il famigerato pasta party. Al calar del sole la temperatura cala molto bruscamente e al ritorno in albergo provo una sensazione di freddo tanto che la mia mente associa il tutto ad un detto dialettale in voga dalle mie parti che recita testualmente:
"ad agost giò ul su l'è fosc".Traduzione :ad agosto al calar del sole è subito fosco.
In effetti la domenica mattina l'aria è piuttosto frizzante e l'umidità del prato adibito a zona cambio notevole. Sono in compagnia del ragazzo francese quando vedo un fuggi fuggi dalla zona cambio attorno alle 6.10 e incuriosito chiedo spiegazioni ad un giudice di gara il quale vedendomi ancora in tenuta relax m'invita a mettere la muta perchè tempo 5 minuti la zona cambio dovrà essere vuota. Incredibilmente anche Talin rimane colto di sorpresa e deve farsi il tratto dalla zona cambio a quello di partenza a piedi nudi sul prato piuttosto gelido....
Questo fatto lascia un po' tutti esterefatti e fortuna vuole che mi sono portato una borsa con la muta e posso finire d'indossarla con la dovuta calma prima della partenza. In virtù dei 18-19 gradi dello specchio d'acqua questa è l'occasione buona per sfoggiare la cuffia in neoprene gentiltilmente confezionata e donatami da Maxent (grazie Max!) in previsione di Lanzarote ma che poi per disguidi postali non era arrivata in tempo per la trasferta canaria. Siamo solo in due a portarla ma qualcun'altro col senno di poi avrebbe voluto averla con sè, vero Talin?
Il percorso in andata non presenta difficoltà mentre il ritorno col sorgere del sole diventa problematico e perdo un sacco di tempo fermandomi per cercare la retta via col risultato che oltre ad uscire ,come sempre ,stanco e stralunato sono piuttosto innervosito . La vestizione in zona cambio avviene in tutta tranquillità permettendomi di ritornare tra i mortali e una volta salito sulla bici intraprendo l'ostico percorso all'interno del quale in territorio germanico vi è un circuito di 20 km. molto impegnativo da ripetersi tre volte che a detta di Caspar, amico facente parte dell'organizzazione ,è meno impegnativo rispetto a quello dell'anno precedente.
Dopo qualche saliscendi e passata la città di Bregenz la strada comincia a salire raggiungendo quota 850 metri slm dove s'intravedono i caratteristici prati incontaminati e le annesse fattorie che poi ricontrerò durante il circuito sopraccitato.
Al termine della salita aggancio Talin che mi rivela le difficoltà affrontate in acqua e malgrado la ricerca di una pedalata agile le gambe cominciano a dare segni di stanchezza. Sono curioso e ansioso di conoscere la durezza del circuito in Allgau e ahimè dopo la prima tornata la realtà supera la fantasia. Il pensiero che terminati i tre giri mi aspettano ancora 60 km. da percorrere mi getta nello sconforto e mi sforzo d'utilizzare rapporti molto agili per risparmiare la muscolatura tranne in un strappo maledetto con pendenze forse superiori al 15% dove rischio il ribaltamento perchè pur cercando di pedalare rimango fermo sul posto. Non utilizzando il computerino in bici durante gli IM non saprei stabilire la velocità ma ad occhio e croce sarò salito a 7-8 km/h !!!
La tortura dura sino al 150 km . poi durante la discesa verso Bregenz cerco di recuperare un briciolo di forze e gli ultimi 30 km. non utilizzo più le appendici perchè sarei ridicolo tanto vado piano. La visione del cartello Rorschach mi ridà entusiasmo ma poi realizzo che devo correre ancora 42 km. e con le gambe così malridotte sicuramente non sarà una passeggiata.
Guardo l'ora e ,mettetevi pure a ridere, mentre corro agghindato con il mio bel papillon giallo a pois verdi e rossi (x Ale: gli occhiali e il naso di Zurigo li ho abbandonati perchè non mi fanno respirare granchè...) con la mente comincio ad organizzare il viaggio di ritorno calcolando la tempistica del dopo gara. In questi frangenti fuoriesce la mia natura da Ironmerd DOC menefreghista di quanto possa correre la maratona e di conseguenza del crono finale.
Con mio grande stupore la prima parte di maratona mi sento leggero e reattivo ma nella seconda mezza ho diverse crisi che cerco di assecondare con soste ai ristori e consumando qualche gel.
Il mio travestimento accoglie come nelle altre occasioni il favore del pubblico e il travaglio di Zofingen è solo un brutto ricordo. La sofferenza nel percorrere una maratona di un IM è un qualcosa da mettere in preventivo mentre nel Powerman in aggiunta a tutto ciò avvertivo anche un dolore fisico dovuto al trauma subito e l'agonia era doppia.
Questa volta arrivo spossato ma con il sorriso sulle labbra perchè questo è il comandamento principe della mia filosofia d'intendere lo sport. Ricevo medaglia e maglietta di finisher nei confronti delle quali sinceramente non nutro particolare simpatia perchè andranno a prendere polvere all'interno di qualche scatolone in soffitta in dolce compagnia delle precedenti e poi ricarico il glicogeno muscolare perso con pasta e cibi vari. All'uscita del tendone un atleta mi invita a provare l'idromassaggio e avendo qualche brivido di freddo entrare nell'acqua calda mi ha rigenerato lo spirito. Quando racconto al mio interlucutore che di lì a poco devo far ritorno a casa in Italia costui mi guarda allucinato e mi chiede se non sono troppo stanco per guidare.
Lo rassicuro che non è la prima volta che affronto un'esperienza simile e che mi sarà d'aiuto il viaggiare con la musica a "manetta". Prima di partire incontro Caspar e lo maledico perchè mi aveva mentito riguardo l'effettiva asprezza dei tre giri in Allgau e lui sorridendo mi risponde che non voleva crearmi ulteriori apprensioni. Comunque dopo avergli tributato le giuste lodi per l'ottima organizzazione della prova lo ringrazio per l'invito ricevuto e cercherò nel mio piccolo di divulgare questo Ironman che non ha nulla da invidiare a quelli più acclamati con il bollino nemmeno la quota d'iscrizione che risulta inferiore di un bel 40%. Bisogna considerare lo sforzo organizzativo nel coinvolgere tre differenti nazioni , la gestione del traffico e a manifestazione conclusa il bilancio risulta ampiamente positivo. Degni di nota i ristori forniti di tutto il necessario per affrontare un Ironman.
Nella sezione ringraziamenti inserisco Talin per la gradevole compagnia e tutti gli amici triatleti italiani che mi mandano i vari in bocca al lupo alla vigilia di ogni gara. Saprò sdebitarmi incitandovi a squarciagola quando assisterò in veste d'atleta o di spettatore ad una vostra gara.
Ah dimenticavo.... il perchè del titolo. Avendo concluso per il secondo anno consecutivo il trittico composto da IM Switzerland,Powerman Zofingen, Bodensee Tri-Challenge posso aspirare a questo riconoscimento o non me lo merito?
Per qualsiasi commento ricordo a tutti che nel mio profilo potrete usufruire del mio indirizzo di posta elettronica . Sottolineo che il mio è un blog democratico dove ognuno può esprimere anche il suo disappunto circa i miei scritti o le mie ideologie sportive.
Alla prossima
domenica 3 settembre 2006
Spettatore : c'est plus facile....
Questa domenica mi sono recato presso la piscina Italcementi di Bergamo per assistere allo sprint con MTB organizzato dall'amico nonchè presidentissimo della società Triathlon Bergamo Walter Bonazzi e ovviamente per incontrare il solito numeroso gruppo d'amici che prendevano parte a questa meravigliosa competizione. Il tracciato ciclistico e podistico faceva apprezzare ai concorrenti la stupenda città alta del capoluogo orobico sottoponendoli nel contempo ad uno sforzo fisico degno di nota per vincere le numorose ascese affrontate durante il percorso di gara.
Appena giunto in prossimità della piscina incontro l'amico Max Malano il quale si è sorbito un bel viaggetto dalla provincia di Torino ma che grazie ad un'ottima prova riuscirà ad ottenere un significativo 5° posto. La presenza del forte Luca Bonazzi non dava scampo agli altri partecipanti già consapevoli prima della partenza di lottare per i gradini più bassi del podio. Quindi come da pronostico la vittoria era ad appannaggio del sopraccitato Luca mentre i mitici Annovazzi e Bruletti ,compagni del sottoscritto in diversi Ironman, si sono piazzati rispettivamente secondo e terzo. Un grosso complimenti ! a loro atleti completi capaci di promeggiare in tutte le distanze della triplice. E' stato come al solito un enorme piacere rivedere tanti atleti come il grande di nome e di fatto Luca Lamperti accompagnatore della bella e simpaticissima vincitrice Cristina una peperina che farà sicuramente strada in questa disciplina. Devo sempre ringraziare gli amici che incontro in queste occasioni perchè dimostrano grande stima e cordialità nei miei confronti e spero che questa sana amicizia possa rimanere inalterata nel tempo.
Lo speaker della manifestazione ed amico di "pizzate" Giambattista Rota si è disimpegnato alla grande in questo suo nuovo compito per cui non mi sono sentito in dovere di coadiuvarlo per non rovinare il suo prezioso lavoro. Rivedere anche il Giorgio Mandelli Iroman finisher d'antan combattere ancora con il suo spirito da vero amante della specialità penso sia il positivo insegnamento trasmesso da questi personaggi a coloro che s'apprestano a condividere l'emozioni donateci dal nostro sport.
Ringrazio inoltre per il piacevole pomeriggio trascorso insieme anche Raffaele e la vulcanica fidanzata accompagnata da Susanna futura triatleta venuta a visionare di persona una prova di triathlon.
Alla prossima
Appena giunto in prossimità della piscina incontro l'amico Max Malano il quale si è sorbito un bel viaggetto dalla provincia di Torino ma che grazie ad un'ottima prova riuscirà ad ottenere un significativo 5° posto. La presenza del forte Luca Bonazzi non dava scampo agli altri partecipanti già consapevoli prima della partenza di lottare per i gradini più bassi del podio. Quindi come da pronostico la vittoria era ad appannaggio del sopraccitato Luca mentre i mitici Annovazzi e Bruletti ,compagni del sottoscritto in diversi Ironman, si sono piazzati rispettivamente secondo e terzo. Un grosso complimenti ! a loro atleti completi capaci di promeggiare in tutte le distanze della triplice. E' stato come al solito un enorme piacere rivedere tanti atleti come il grande di nome e di fatto Luca Lamperti accompagnatore della bella e simpaticissima vincitrice Cristina una peperina che farà sicuramente strada in questa disciplina. Devo sempre ringraziare gli amici che incontro in queste occasioni perchè dimostrano grande stima e cordialità nei miei confronti e spero che questa sana amicizia possa rimanere inalterata nel tempo.
Lo speaker della manifestazione ed amico di "pizzate" Giambattista Rota si è disimpegnato alla grande in questo suo nuovo compito per cui non mi sono sentito in dovere di coadiuvarlo per non rovinare il suo prezioso lavoro. Rivedere anche il Giorgio Mandelli Iroman finisher d'antan combattere ancora con il suo spirito da vero amante della specialità penso sia il positivo insegnamento trasmesso da questi personaggi a coloro che s'apprestano a condividere l'emozioni donateci dal nostro sport.
Ringrazio inoltre per il piacevole pomeriggio trascorso insieme anche Raffaele e la vulcanica fidanzata accompagnata da Susanna futura triatleta venuta a visionare di persona una prova di triathlon.
Alla prossima
martedì 29 agosto 2006
foto Powerman Zofingen




In piedi : Novello,Marco Aiolfi,Ame,Alberto,Chicco.
Seduti: Armando, Paolo, Andrea
Rain drops keep falling on my head
Probabilmente il famoso songwriter Burt Bacarach non ha mai assistito ad una finale del circuito Powerman a Zofingen perchè di norma quando piove in questa deliziosa cittadina situata al centro del territorio svizzero ,il risultato è una serie d'acquazzoni di forte entità che s'abbattono sui valorosi atleti impegnati in questa dura prova. Dopo il fortunato esordio nel 2002 dove il tempo era risultato clemente , nelle restanti tre edizioni la maledizione di Zofingen ,da non confondere con quella più famosa di Montezuma ma che considerando le temperature dell'aria possono andare di pari passo, ha colpito ancora nel segno.
Tutta la settimana ho visionato il meteo o per meglio dire alla svizzera la meteo sperando di non dover affrontare di nuovo l'odissea della scorsa edizione allorché sono giunto al traguardo con la sola forza della disperazione in preda ad una crisi d'ipotermia cronica in virtù del freddo accumulato durante tutto l'arco della gara. Purtroppo anche quest'anno le previsioni indicavano un'area d'instabilità al di là delle alpi e a malincuore dovevo prepararmi psicologicamente a soffrire nuovamente per combattere due nemici:il clima avverso e il percorso di gara.
La trasferta elvetica nel mio caratteristico stile "mordi e fuggi" prevedeva la partenza il giorno antecedente la competizione e il ritorno al termine della stessa. Il viaggio è volato piacevolmente ascoltando dell'ottima musica e sostando solo un quarto d'ora per l'accesso al tunnel del San Gottardo con l'inedita sorpresa di un cielo terso e di un sole splendente. Anche al mio arrivo a Zofingen le condizioni atmosferiche erano ottime tanto che per un attimo ho dubitato della celebrata precisione svizzera. Dopo aver depositato i bagagli nel tradizionale albergo a Kungoldingen dove l'inglese per volontà divina viene bandito, ritiro il pettorale e ritrovo con piacere l'amico spagnolo David Colchero duatleta elite molto simpatico che mi aggiorna riguardo il nuovo percorso ciclistico a suo dire più impegnativo del precedente.
Ovviamente la cosa non può farmi piacere considerando la mia scarsa affinità laddove la strada assume le sembianze di un cavalcavia ma questa è la giusta nemesi per la mia totale assenza d'allenamento in salita. In compagnia del suddetto spagnolo mi reco al briefing e con immensa gioia incontro dopo qualche anno il grande Alberto Puerini duatleta eccezionale capace di collezionare ottimi risultati qui a Zofingen. Costui è a capo di una divertente combriccola marchigiana della quale fanno parte il fratello Andrea, Novello che si cimenterà nella short distance e la punta di diamante Paolo preparato ad hoc per questo appuntamento con la speranza di primeggiare nella sua categoria d'età.
Costoro hanno già visionato il percorso ciclistico ed Alberto mi conferma l'impressione di David riguardante l'accentuata nervosità altimetrica rispetto a quello passato. Dopo una breve visita agli scarsi stands con la truppa marchigiana troviamo il re del duathlon Benny Van Steelant persona molto timida ma disponibilie e pertanto cogliamo l'occasione di scattare una foto in sua compagnia. A due passi da noi sento il richiamo dell' Armando Scolari che è accompagnato dalla simpatica consorte Piera dal fido Chicco Mascherpa e dal Marco Aiolfi mio compagno di sventura l'anno scorso durante l'indimenticabile odissea nelle acque elbane in occasione dell'Elbaman. Ovviamente ci scappa ancora un'altro scatto fotografico per immortalare l'incontro.
Come da tradizione il sottoscritto amante delle specialità dolciare di queste lande si reca in pasticceria e in un battibaleno divora due sfoglie ripiene di un magico miscuglio contenente anche frutta secca.
Riguardo conferme la mia voracità citofonare Giampaolo Gualla dopo il mio show a Francoforte... Nel frattempo il cielo diventa sempre più minaccioso ma all'orizzonte spunta l'ennesimo incontro con l'originale Guido Cassina in compagnia della splendida ragazza Laura forte skyrunner alla quale rivolgo un sincero in bocca al lupo per i mondiali che si disputeranno ad Andora il prossimo fine settimana e alla quale parteciperà dopo aver trascorso un mese molto prolifico a livello di preparazione fisica in quel di St. Moritz. Anche il buon Guido l'ha per un breve periodo di tempo accompagnata in altura e i frutti di questo soggiorno li raccoglierà in questa gara con una prestazione da favola. Bravo Guido!!!
La cena del sabato sera ultima tappa del famoso carbo load che per lo scrivente dura tutto l'anno, si svolge all'interno del camper affittato dall'Alberto e dai suoi seguaci e il piatto forte del menu sono gli spaghetti olio e grana. All'esterno Giove Pluvio ci ricorda la sua presenza e le nostre speranze di gareggiare all'asciutto s'affievoliscono sempre di più. Ringrazio l'amabile compagnia e faccio ritorno in albergo per preparare l'abbigliamento che indosserò in gara ma sono terribilmente perplesso sul da farsi per cui porterò tutto in zona cambio e deciderò al momento cosa utilizzare. In queste situazioni sono come un principiante allo sbaraglio e la mia proverbiale metodicità scompare per lasciare spazio all'incertezza.
Il giorno X è arrivato e dopo aver ricaricato la macchina con i bagagli eccomi in un parcheggio poco distante la zona cambio a rimontare la mia bike mentre osservo con sfiducia il cielo carico di sadici e minacciosi nuvoloni neri in attesa di scaricare il loro nefasto contenuto. Non appena ha inizio la prova sulla corta distanza ecco che l'acquazzone fa la sua comparsa e mi ritrovo con il gruppo italico sotto una pensilina in attesa della partenza. Scherzando con l'Armando gli chiedo se non sarebbe il caso di fare la frazione ciclistica con la muta e lui con una fragorosa risata appoggia la mia singolare proposta. Il fatidico start avviene alle 9.02 e subito la prima salita che conduce nel bosco avverte i quadricipiti che lo spettacolo è cominciato per cui come dice il buon Michele Brustia quando posta nel forum, testa bassa e menare. Il mio pensiero è di gestire accuratamente l'energie ma al secondo passaggio sulla sopraccitata erta le gambe sono, per usare un termine caro all'amico Scotti, ghisate e i continui saliscendi non le rilassano di certo.
Seppur in difficoltà mentre corro penso a cosa indosserò per la seguente pedalata che i premurosi organizzatori hanno ben pensato d'allungare di nove km. e decido di togliere la maglia usata per la corsa e di partire con capi asciutti. Come previsto entrato in zona cambio noto che la rapidità nel vestirsi è simile a quella riscontrata durante le mie "Ironapparizioni" mentre resta immutata la mia lentezza. Parto bramoso di confrontarmi con il nuovo percorso ciclistico e subito dopo pochi minuti eccola la prima asperità di giornata che però supero in agilità con il pensiero alla successiva discesa descritta nel corso del briefing come pericolosa.
Premetto per chi non lo sapesse che l'Ironmerd in discesa è come un pesce fuor d'acqua per cui alla sola vista di un manto stradale bagnato riduce di molto l'andatura con il risultato d'essere sopravanzato da numerosi concorrenti. In effetti la discesa ,anche a causa di un asfalto malridotto, dev'essere affrontata con la giusta dose di prudenza ma il bello deve ancora venire perchè prima della seconda ascensione si affronta un lungo falsopiano con un fastidioso vento contrario che non ti permette di rilassarti e quando affronto i cosiddetti "mangia e bevi" che conducono alla salita vera e propria avverto già i primi segni di stanchezza. Finalmente arrivo in cima ma il diluvio rende impervia anche la discesa con il timore di scivolare e compromettere il tutto. Non resta che visionare l'ultima salita per avere una panoramica completa di questo novello circuito e dopo averla completata posso confermare le sensazioni degli altri atleti che lo avevano visionato nei giorni precedenti: è decisamente più impegnativo.
Volevo resistere all'intemperie ma ai primi segnali di brividi stanco di prendere acqua decido di fermarmi e indossare il k-way che mi ero portato appresso. E qui casca l'asino non solo in senso figurato perchè come uno sbadato mentre accosto a bordo strada urto il marciapiede in porfido, cado e sbatto violentemente la coscia destra. Il dolore è forte ma il primo pensiero lo rivolgo alla bicicletta con la speranza che i cambi sistemati in cima all'appendice in carbonio siano intatti.
Raddrizzo il manubrio mi cambio affannosamente e riparto demoralizzato, sofferente e con il timore di non riuscire a concludere la gara.
Affronto gli ultimi due giri autoconvincendomi che è solo una botta e sebbene sia alla frutta tengo le ultime energie per cercare d'arrivare in zona cambio per poi camminare i 30 km. finali.
Durante una sosta per impellenti bisogni fisiologici alzo i fuseau fino all'anca e con mio grande dispiacere noto la coscia piuttosto gonfia rendendomi ancora più titubante riguardo la possibilità d'arrivare al traguardo.
Oltretutto il cambio fa le bizze e non riesco più ad inserire il 25 mentre il 23 a fatica riesce a rimanere nella sua sede cosicché le ultime salite sono un calvario. Quando vedo il cartello Zofingen tiro un sospiro di sollievo ma sganciati i pedali dalla bici zoppico per raggiungere la mia postazione che si trova vicino allo speaker Konrad forte triatleta conosciuto l'anno scorso alla prima edizione del Bodensee Tri-Challenge dov'era giunto 3° assoluto. Costui mi saluta e vedendomi claudicante mi domanda il perchè e una volta visionata la mia coscia insiste perchè io faccia visita al medico. Col senno di poi se mi fossi fermato non sarei più ripartito e allora rimetto le scarpe da running ,mentre Konrad probabilmente informa la platea presente nell'arena del mio guaio fisico tanto che vengo sostenuto da un'inaspettata ovazione . Questa volta i brividi percepiti non sono causati dal freddo......
Cerco di farmi coraggio e alterno corsa e cammino soffrendo nei tratti in discesa dove l'impatto con il terreno acuisce il dolore, ma sempre più fiducioso di concretizzare il sogno che fino a qualche ora prima era una chimera. Ultima discesa nel bosco poi il pezzo asfaltato e finalmente il rettilineo finale nell'arena accolto da una folla entusiasta che dedica il giusto tributo a tutti i partecipanti. D'incanto il dolore lascia spazio alla felicità per un'altra travagliata ma come al solito gratificante avventura.
Alla prossima
saluti dall'Ironmerd
In coda come al solito i ringraziamenti di rito.
Tutta la settimana ho visionato il meteo o per meglio dire alla svizzera la meteo sperando di non dover affrontare di nuovo l'odissea della scorsa edizione allorché sono giunto al traguardo con la sola forza della disperazione in preda ad una crisi d'ipotermia cronica in virtù del freddo accumulato durante tutto l'arco della gara. Purtroppo anche quest'anno le previsioni indicavano un'area d'instabilità al di là delle alpi e a malincuore dovevo prepararmi psicologicamente a soffrire nuovamente per combattere due nemici:il clima avverso e il percorso di gara.
La trasferta elvetica nel mio caratteristico stile "mordi e fuggi" prevedeva la partenza il giorno antecedente la competizione e il ritorno al termine della stessa. Il viaggio è volato piacevolmente ascoltando dell'ottima musica e sostando solo un quarto d'ora per l'accesso al tunnel del San Gottardo con l'inedita sorpresa di un cielo terso e di un sole splendente. Anche al mio arrivo a Zofingen le condizioni atmosferiche erano ottime tanto che per un attimo ho dubitato della celebrata precisione svizzera. Dopo aver depositato i bagagli nel tradizionale albergo a Kungoldingen dove l'inglese per volontà divina viene bandito, ritiro il pettorale e ritrovo con piacere l'amico spagnolo David Colchero duatleta elite molto simpatico che mi aggiorna riguardo il nuovo percorso ciclistico a suo dire più impegnativo del precedente.
Ovviamente la cosa non può farmi piacere considerando la mia scarsa affinità laddove la strada assume le sembianze di un cavalcavia ma questa è la giusta nemesi per la mia totale assenza d'allenamento in salita. In compagnia del suddetto spagnolo mi reco al briefing e con immensa gioia incontro dopo qualche anno il grande Alberto Puerini duatleta eccezionale capace di collezionare ottimi risultati qui a Zofingen. Costui è a capo di una divertente combriccola marchigiana della quale fanno parte il fratello Andrea, Novello che si cimenterà nella short distance e la punta di diamante Paolo preparato ad hoc per questo appuntamento con la speranza di primeggiare nella sua categoria d'età.
Costoro hanno già visionato il percorso ciclistico ed Alberto mi conferma l'impressione di David riguardante l'accentuata nervosità altimetrica rispetto a quello passato. Dopo una breve visita agli scarsi stands con la truppa marchigiana troviamo il re del duathlon Benny Van Steelant persona molto timida ma disponibilie e pertanto cogliamo l'occasione di scattare una foto in sua compagnia. A due passi da noi sento il richiamo dell' Armando Scolari che è accompagnato dalla simpatica consorte Piera dal fido Chicco Mascherpa e dal Marco Aiolfi mio compagno di sventura l'anno scorso durante l'indimenticabile odissea nelle acque elbane in occasione dell'Elbaman. Ovviamente ci scappa ancora un'altro scatto fotografico per immortalare l'incontro.
Come da tradizione il sottoscritto amante delle specialità dolciare di queste lande si reca in pasticceria e in un battibaleno divora due sfoglie ripiene di un magico miscuglio contenente anche frutta secca.
Riguardo conferme la mia voracità citofonare Giampaolo Gualla dopo il mio show a Francoforte... Nel frattempo il cielo diventa sempre più minaccioso ma all'orizzonte spunta l'ennesimo incontro con l'originale Guido Cassina in compagnia della splendida ragazza Laura forte skyrunner alla quale rivolgo un sincero in bocca al lupo per i mondiali che si disputeranno ad Andora il prossimo fine settimana e alla quale parteciperà dopo aver trascorso un mese molto prolifico a livello di preparazione fisica in quel di St. Moritz. Anche il buon Guido l'ha per un breve periodo di tempo accompagnata in altura e i frutti di questo soggiorno li raccoglierà in questa gara con una prestazione da favola. Bravo Guido!!!
La cena del sabato sera ultima tappa del famoso carbo load che per lo scrivente dura tutto l'anno, si svolge all'interno del camper affittato dall'Alberto e dai suoi seguaci e il piatto forte del menu sono gli spaghetti olio e grana. All'esterno Giove Pluvio ci ricorda la sua presenza e le nostre speranze di gareggiare all'asciutto s'affievoliscono sempre di più. Ringrazio l'amabile compagnia e faccio ritorno in albergo per preparare l'abbigliamento che indosserò in gara ma sono terribilmente perplesso sul da farsi per cui porterò tutto in zona cambio e deciderò al momento cosa utilizzare. In queste situazioni sono come un principiante allo sbaraglio e la mia proverbiale metodicità scompare per lasciare spazio all'incertezza.
Il giorno X è arrivato e dopo aver ricaricato la macchina con i bagagli eccomi in un parcheggio poco distante la zona cambio a rimontare la mia bike mentre osservo con sfiducia il cielo carico di sadici e minacciosi nuvoloni neri in attesa di scaricare il loro nefasto contenuto. Non appena ha inizio la prova sulla corta distanza ecco che l'acquazzone fa la sua comparsa e mi ritrovo con il gruppo italico sotto una pensilina in attesa della partenza. Scherzando con l'Armando gli chiedo se non sarebbe il caso di fare la frazione ciclistica con la muta e lui con una fragorosa risata appoggia la mia singolare proposta. Il fatidico start avviene alle 9.02 e subito la prima salita che conduce nel bosco avverte i quadricipiti che lo spettacolo è cominciato per cui come dice il buon Michele Brustia quando posta nel forum, testa bassa e menare. Il mio pensiero è di gestire accuratamente l'energie ma al secondo passaggio sulla sopraccitata erta le gambe sono, per usare un termine caro all'amico Scotti, ghisate e i continui saliscendi non le rilassano di certo.
Seppur in difficoltà mentre corro penso a cosa indosserò per la seguente pedalata che i premurosi organizzatori hanno ben pensato d'allungare di nove km. e decido di togliere la maglia usata per la corsa e di partire con capi asciutti. Come previsto entrato in zona cambio noto che la rapidità nel vestirsi è simile a quella riscontrata durante le mie "Ironapparizioni" mentre resta immutata la mia lentezza. Parto bramoso di confrontarmi con il nuovo percorso ciclistico e subito dopo pochi minuti eccola la prima asperità di giornata che però supero in agilità con il pensiero alla successiva discesa descritta nel corso del briefing come pericolosa.
Premetto per chi non lo sapesse che l'Ironmerd in discesa è come un pesce fuor d'acqua per cui alla sola vista di un manto stradale bagnato riduce di molto l'andatura con il risultato d'essere sopravanzato da numerosi concorrenti. In effetti la discesa ,anche a causa di un asfalto malridotto, dev'essere affrontata con la giusta dose di prudenza ma il bello deve ancora venire perchè prima della seconda ascensione si affronta un lungo falsopiano con un fastidioso vento contrario che non ti permette di rilassarti e quando affronto i cosiddetti "mangia e bevi" che conducono alla salita vera e propria avverto già i primi segni di stanchezza. Finalmente arrivo in cima ma il diluvio rende impervia anche la discesa con il timore di scivolare e compromettere il tutto. Non resta che visionare l'ultima salita per avere una panoramica completa di questo novello circuito e dopo averla completata posso confermare le sensazioni degli altri atleti che lo avevano visionato nei giorni precedenti: è decisamente più impegnativo.
Volevo resistere all'intemperie ma ai primi segnali di brividi stanco di prendere acqua decido di fermarmi e indossare il k-way che mi ero portato appresso. E qui casca l'asino non solo in senso figurato perchè come uno sbadato mentre accosto a bordo strada urto il marciapiede in porfido, cado e sbatto violentemente la coscia destra. Il dolore è forte ma il primo pensiero lo rivolgo alla bicicletta con la speranza che i cambi sistemati in cima all'appendice in carbonio siano intatti.
Raddrizzo il manubrio mi cambio affannosamente e riparto demoralizzato, sofferente e con il timore di non riuscire a concludere la gara.
Affronto gli ultimi due giri autoconvincendomi che è solo una botta e sebbene sia alla frutta tengo le ultime energie per cercare d'arrivare in zona cambio per poi camminare i 30 km. finali.
Durante una sosta per impellenti bisogni fisiologici alzo i fuseau fino all'anca e con mio grande dispiacere noto la coscia piuttosto gonfia rendendomi ancora più titubante riguardo la possibilità d'arrivare al traguardo.
Oltretutto il cambio fa le bizze e non riesco più ad inserire il 25 mentre il 23 a fatica riesce a rimanere nella sua sede cosicché le ultime salite sono un calvario. Quando vedo il cartello Zofingen tiro un sospiro di sollievo ma sganciati i pedali dalla bici zoppico per raggiungere la mia postazione che si trova vicino allo speaker Konrad forte triatleta conosciuto l'anno scorso alla prima edizione del Bodensee Tri-Challenge dov'era giunto 3° assoluto. Costui mi saluta e vedendomi claudicante mi domanda il perchè e una volta visionata la mia coscia insiste perchè io faccia visita al medico. Col senno di poi se mi fossi fermato non sarei più ripartito e allora rimetto le scarpe da running ,mentre Konrad probabilmente informa la platea presente nell'arena del mio guaio fisico tanto che vengo sostenuto da un'inaspettata ovazione . Questa volta i brividi percepiti non sono causati dal freddo......
Cerco di farmi coraggio e alterno corsa e cammino soffrendo nei tratti in discesa dove l'impatto con il terreno acuisce il dolore, ma sempre più fiducioso di concretizzare il sogno che fino a qualche ora prima era una chimera. Ultima discesa nel bosco poi il pezzo asfaltato e finalmente il rettilineo finale nell'arena accolto da una folla entusiasta che dedica il giusto tributo a tutti i partecipanti. D'incanto il dolore lascia spazio alla felicità per un'altra travagliata ma come al solito gratificante avventura.
Alla prossima
saluti dall'Ironmerd
In coda come al solito i ringraziamenti di rito.
- Alla compagine marchigiana per la simpatia e l'affetto mostrato nei miei confronti ma soprattutto per le grosse prestazioni dei singoli. Da sottolineare il primo posto di categoria di Paolo arrivato anche nei top 20 e dell'inossidabile coppia dei fratelli Puerini. Per Novello attendo la partecipazione al lungo l'anno prossimo.
- A Guido per la grandiosa gara e alla fidanzata per il supporto morale
- A Vallini Sandro per aver coronato il suo sogno di diventare finisher di un Ironman e del mitico Powerman Zofingen e che giustamente mi ha chiesto di citarlo nel mio resoconto
- Ad Armando,Piera e Chicco per la solita squisita compagnia
- A tutti gli atleti arrivati alla meta e a quelli sfortunati che per svariati motivi non ce l'hanno fatta
- A tutti i volontari presenti sul percorso un incommensurabile grazie di cuore
- A coloro che settimana scorsa mi hanno inviato messaggi di supporto come Franchino,Paolo Mecca, i fratelli Brustia, il salitomane lariano Scotti, Albi, Francesco, Vincenzo,Giampietro, Beppe e molti altri tramite il fantaforum.
martedì 15 agosto 2006
Che campioni !
Sin da piccolo la passione per lo sport unita alla curiosità di scoprire specialità sconosciute alla massa degli appassionati sportivi mi ha portato ad apprezzare ed amare profondamente lo sci fondo e di conseguenza il biathlon. La grazia del gesto atletico viene sublimata dalla grandiosità degli interpreti in costante lotta con i propri limiti fisici e in molteplici occasioni anche contro le avverse condizioni meteorologiche. Nel corso degli anni le notevoli imprese dei nostri eroi sugli sci stretti, tra le quali spicca la memorabile vittoria nella staffetta olimpica di Lillehammer del 1994, hanno reso più popolare questo sport che può considerarsi il più completo in assoluto in quanto sollecita in toto la muscolatura del corpo umano. Tra gli assi dello sci di fondo non si possono scordare gli scandinavi Gunde Svan (svedese), il plurimedagliato Bjorn Daehlie e lo "stilista sugli sci" Thomas Allsgard (norvegesi),mentre per quanto concerne l'italico suolo un tributo particolare va rivolto al sempreverde Maurilio De Zolt ed ai suoi compagni di staffetta Fauner,Vanzetta ed Albarello. Da qualche anno i personaggi ai quali mi sono di più affezionato sono il sappadino Piller Cottrer ,al quale invidio la storica vittoria nella 50 km. ottenuta nel tempio del fondo ad Holmenkollen, ed il friulano Di Centa che finalmente è riuscito ad ottenere la consacrazione del suo valore alle ultime olimpiadi invernali di Torino.
Leggendo il sito di Piller Cottrer (http://www.pietropiller.com) si può notare il suo desiderio di poter correre un giorno una maratona e la cosa mi fa sorridere perchè un campione della sua levatura potrà far valere le sue indubbie qualità atletiche anche nei famosi 42,195 km. Se ci sono riuscito io significa che è un traguardo alla portata di tutti........
Dell'atleta di Sappada ho sempre ammirato oltre alla sua sciata esteticamente molto apprezzabile anche la sua capacità di porsi di fronte all'opinione pubblica dove ha dimostrato serietà e una buone dose d'autocritica quando i risultati non erano all'altezza del suo innato talento.
Diverso il discorso per Di Centa sempre in credito nei confronti della dea bendata con piazzamenti a ridosso del podio in alcune importanti competizioni ma che mi ha commosso durante la vittoriosa volata nella 50 KM. all'olimpiade invernale appena trascorsa.
Gradevole anche il sito dell'atleta di Paluzza (www.giorgiodicenta.it dove però non sono riuscito a scaricare il video della volata olimpica) soprattutto per le foto relative a questo indimenticabile successo.
L'Atleta con la A maiuscola che mi emoziona ogni qualvolta l'osservo in qualche sua memorabile vittoria è il biatleta norvegese Ole Einar Bjorndalen vincitore di ben quattro medaglie d'oro all'olimpiade invernale di Salt Lake City nel 2002. La sua immensa classe lo porta a compiere rimonte che a prima vista si possono ritenere impensabili lasciando lo spettatore incredulo dinanzi a simili imprese ricche di pathos ,le quali rendono codesto sport uno dei più appassionanti a livello televisivo. Domenica scorsa Eurosport ha trasmesso una gara estiva di biathlon disputatasi in Germania e ancora una volta il folto pubblico teutonico sebbene il clima non fosse dei migliori ,ha dimostrato la sua enorme cultura sportiva incitando a più non posso gli atleti cosa che avviene puntualmente allorché si prende parte a qualche Ironman in queste lande.
In Italia (Milano docet) non si riesce neppure a correre in santa pace una maratona........
Leggendo il sito di Piller Cottrer (http://www.pietropiller.com) si può notare il suo desiderio di poter correre un giorno una maratona e la cosa mi fa sorridere perchè un campione della sua levatura potrà far valere le sue indubbie qualità atletiche anche nei famosi 42,195 km. Se ci sono riuscito io significa che è un traguardo alla portata di tutti........
Dell'atleta di Sappada ho sempre ammirato oltre alla sua sciata esteticamente molto apprezzabile anche la sua capacità di porsi di fronte all'opinione pubblica dove ha dimostrato serietà e una buone dose d'autocritica quando i risultati non erano all'altezza del suo innato talento.
Diverso il discorso per Di Centa sempre in credito nei confronti della dea bendata con piazzamenti a ridosso del podio in alcune importanti competizioni ma che mi ha commosso durante la vittoriosa volata nella 50 KM. all'olimpiade invernale appena trascorsa.
Gradevole anche il sito dell'atleta di Paluzza (www.giorgiodicenta.it dove però non sono riuscito a scaricare il video della volata olimpica) soprattutto per le foto relative a questo indimenticabile successo.
L'Atleta con la A maiuscola che mi emoziona ogni qualvolta l'osservo in qualche sua memorabile vittoria è il biatleta norvegese Ole Einar Bjorndalen vincitore di ben quattro medaglie d'oro all'olimpiade invernale di Salt Lake City nel 2002. La sua immensa classe lo porta a compiere rimonte che a prima vista si possono ritenere impensabili lasciando lo spettatore incredulo dinanzi a simili imprese ricche di pathos ,le quali rendono codesto sport uno dei più appassionanti a livello televisivo. Domenica scorsa Eurosport ha trasmesso una gara estiva di biathlon disputatasi in Germania e ancora una volta il folto pubblico teutonico sebbene il clima non fosse dei migliori ,ha dimostrato la sua enorme cultura sportiva incitando a più non posso gli atleti cosa che avviene puntualmente allorché si prende parte a qualche Ironman in queste lande.
In Italia (Milano docet) non si riesce neppure a correre in santa pace una maratona........
giovedì 3 agosto 2006
Spettacolooooooooo !!!!!

E' la frase che grido a squarciagola durante la pedalata che mi condurrà al mitico Mirador del Rio a Lanzarote. Con lo sguardo mi gusto dall'alto le varie tonalità offerte dall'oceano atlantico e per un attimo questa scarica adrenalinica funge d'anestetico contro la fatica sin qui accumulata.
Capita alle volte d'essere attorniato da qualche altro concorrente che pensa a ragione d'aver a che fare con pazzo e nessuno lo può biasimare.....
Dalla triplice alla Grande Boucle
Ringrazio l'amico triatleta catalano Joan Marc per avermi concesso l'opportunità di postare una chicca scoperta da quest'ultimo all'interno di un sito americano e riguardante un personaggio sportivo molto famoso........
Basta cliccare su :http://www.familyfitnessweekend.com/FFW/Media/viewer.asp?play=1989CokeTriLanceHighlight
Spettacolare dopo più di tre lustri notare l'evoluzione delle appendici montate sulle biciclette.
Attendo commenti e le vostre impressioni riguardanti questo tuffo nel passato.
Basta cliccare su :http://www.familyfitnessweekend.com/FFW/Media/viewer.asp?play=1989CokeTriLanceHighlight
Spettacolare dopo più di tre lustri notare l'evoluzione delle appendici montate sulle biciclette.
Attendo commenti e le vostre impressioni riguardanti questo tuffo nel passato.
venerdì 28 luglio 2006
L'Ironman guardone

Difficile scovare all'interno del pianeta triathlon un personaggio che ha potuto assistere a molteplici competizioni Ironman senza però fregiarsi del titolo di Finisher.
Ebbene sì la descrizione di codesto amante dello sport inteso come spettatore dell'evento calza a pennello per il famigerato Lucio Bazzoni presente alla mia ultima competizione Ironman in quel di Francoforte.
La svolta epocale della sua esistenza potrebbe avvenire il prossimo anno dove in compagnia del Pres Gualla e di un terzo atleta comporrà la staffetta che si schiererà al via al Challenge Roth ottenendo in tal modo la consacrazione di Team Finisher in una prova così rinomata.
Il progetto prevede il Bazzoni protagonista della maratona finale, frazione piuttosto dispendiosa che richiede un'adeguata preparazione fisica per evitare d'andare oltre il tempo massimo stabilito dall'organizzazione e vanificare il lavoro dei primi due staffettisti.
E qui casca l'asino perchè il nostro amato Guardone malgrado i continui ammonimenti del Pres non ha ancora dato inizio alla sua preparazione atletica per cui anch'io mi associo a tutti coloro che lo stanno martellando psicologicamente a calzare le fatidiche scarpe da running e dimostrare a tutti i suoi detrattori che tramite una meticolosa preparazione saprà smentirli tagliando trionfalmente il traguardo nell'arena bavarese di Roth accolto come un eroe dalla folla esultante presente sulle tribune. Lucio non perdere una simile occasione perchè sono sicuro che un'emozione del genere rimarrà indelebilmente scolpita nel tuo cuore di appassionato sportivo.
Parafrasando una famosa frase "I have a dream one day" spero che il tuo sogno si realizzi.
giovedì 27 luglio 2006
Pasta party IM Germany


Come sostengo da diversi anni come atleta sono un Ironmerd mentre con le gambe sotto al tavolo sono un vero Ironman soprattutto in occasione di cene a buffet dove mi segnalo con ripetute portate alla soglia dell'indigestione.......
Nella foto con brindisi notiamo da sinistra verso destra Two times Gualla ,Mr. Podio Cristian Fiorito e il sottoscritto. Nell'altra foto l'elemento con il piatto vuoto è il mitico Lucio al quale dedicherò foto e post più avanti.
Le foto mi sono state gentilmente donate dal Carniselli che ringrazio di cuore per l'omaggio.
martedì 25 luglio 2006
Ironman Germany con il Pres & Company
Il quarto appuntamento stagionale del mio personale Irontour prevedeva il ritorno nella metropoli tedesca di Francoforte dove nell'agosto del 2002 partecipai alla prima edizione dell'Ironman Germany organizzata in questa città dopo l'abbandono di Roth dal circuito ufficiale WTC.
La formazione ,puramente di supporto ,prevista per la gita fuori porta in terra teutonica era composta da Giampaolo Gualla Presidente della Pro Patria Triathlon che da ora in poi verrà citato con il nick name "Two times" ovverosia il numero di IM conclusi nel secolo scorso cosa ampiamente ribadita ad un altro componente la squadra tale Bazzoni Lucio al quale dedicherò fra qualche giorno un post significativo. Mitiche durante tutto il soggiorno le diatribe verbali tra i due elementi sopraccitati sempre all'insegna della pura goliardia....
Il quintetto era completato dallo scrivente e dalla gradevole coppia composta dal Cristian Carniselli e dalla Ironwoman Valentina Leucari già entrambi finishers nella scorsa edizione.
Partenza un po' attardata il venerdì mattina alle 9 ed arrivo ,dopo un viaggio piuttosto rocambolesco causa lavori stradali in corso e code del fine settimana, alle 18 a Francoforte con il desiderio di ritirare in modo celere il pacco gara dove all'interno era presente l'indispensabile braccialetto con la scritta Athlete lasciapassare per il pasta party della sera. Two times , Lucio nonchè il sottoscritto veri amanti della cucina ricevevano dallo stomaco segnali d'insofferenza per cui dopo aver scaricato bici e bagagli nei rispettivi hotels ci siamo diretti a passo spedito alla Forum Festhalle dove la mia voracità ha raggiunto vette inenarrabili lasciando inebetito anche Two times già giustamente indispettito per l'elevato costo sborsato per la cena (22 euro !!) In questa piacevole occasione ho avuto il piacere d'incontrare Cristian Fiorito (alias Mr. Podio) e la compagine partenopea capitanata da Giacomo Vinci (alias Ironmin) i quali mi hanno comunicato con mio grande rammarico che l'organizzazione ,considerata l'elevata temperatura dello specchio d'acqua predisposto per la frazione natatoria, vietava l'uso della muta vera e propria ancòra di salvezza per l'Ironmerd per i primi 3,8 km. di nuoto.
Nella serata di venerdì si é aggregata alla nostra combriccola anche la simpaticissima ragazza di Mr. Podio Debora che spero al più presto di vedere, in qualità di partecipante, al via in una triplice prova e l'amico Max Rovelli anch'egli preoccupato per l'impossibilità d'indossare la muta il giorno della gara. Al rientro in hotel m'accorgo che non esiste l'aria condizionata e che la camera situata nel sottotetto è un forno. La presenza di uno pseudo ventilatore non migliora l'afa ormai padrona dell'ambiente allora decido di spostare il materasso sotto la finestra della mansarda alla ricerca di uno spiffero d'aria ma il risultato non è dei più incoraggianti e la nottata diventa una via crucis. La mattina successiva alle 8.30 mi associo a Valentina e grazie ad una sgambatina di 20 minuti riesco a liberarmi dal torpore generato dalla passata notte insonne. Ritorno in hotel e chiedo gentilmente a qualsiasi costo una camera con aria condizionata ma alla reception mi rispondono che da loro non ve ne sono!!!! Desidero ringraziare pubblicamente il Pres. Gualla e Lucio che nei momenti di difficoltà respiratoria mi hanno ospitato nella loro suite dotata d'aria condizionata.
Un altro piccolo calvario a Francoforte è a mio modesto parere la consegna delle biciclette in zona cambio situata a circa 15 km. dalla città. Occorre dotarsi di una buona dose di pazienza e aspettare uno dei bus che l'organizzazione mette a disposizione per recarsi al bike check-in restando anche un'ora sotto il sole alla tiepida temperatura del periodo estivo. Finalmente dopo tre ore riesco ad espletare questa fastidiosa operazione e dopo una passeggiata negli stands con Two times e Lucio mi concedo un pasto frugale di riso misto a carne e verdure che ovviamente divoro in un batter d'occhio. Dopo aver osservato la rincorsa alla maglia gialla di F. Landis nella crono del Tour de France con il suddetto duo delle meraviglie notiamo la presenza in cielo di nubi minacciose che in un baleno scaricano una consistente quantità d'acqua sulla città rinfrescando un po' l'aria e dimunendo l'umidità presente in essa. Il famoso carbo load della sera pre gara si è svolto all'interno del lussuoso Intercontinental Hotel in compagnia anche di Mr. Podio suo padre ,vero amante della competizione sportiva e di Debora. Si cerca di stemperare la tensione buttandola sul ridere e la speranza di tutti noi è che il giorno seguente l'organizzazione cambi idea dopo l'acquazzone serale e ci consenta di utilizzare la muta.
Durante il tragitto per ritornare in hotel il mio unico neurone presente nella scatola cranica ha escogitato una soluzione estrema che mi ha permesso di dormire qualche ora prima del fatidico giorno ovverosia ho traslocato in compagnia del mio amato materasso nel corridoio vicino alle due finestre presenti e finalmente ho avvertito la presenza di una leggera brezza. Che sollievo!
Purtroppo alle ore 3.55 l'orologio mi ricorda che devo alzarmi e dopo aver ingoiato due fette biscottate, una barretta e una pesca il tutto annaffiato da un Powerade d'annata mi ritrovo con gli altri compagni di merenda e andiamo alla fermata del bus che ci permetterà di raggiungere la zona cambio. Il mezzo di trasporto saturo di triatleti è praticamente la mia camera d'albergo con quattro ruote e mi ritrovo inaspettatamente a sudare alle 5 del mattino cosa che m'indispettisce non poco. Raggiunta destinazione scopro con immenso dispiacere che la muta la dovrò riportare a casa senza averla utilizzata e m'accorgo che dal cielo nuvoloso cominciano a cadere gocce di pioggia. Scambio qualche battuta con alcuni atleti e sinceramente mi auguro che la temperatura dell'acqua sia più calda di quella dell'aria perchè comincio ad avvertire qualche brivido di freddo. Incontro mentre faccio il mio ingresso in acqua un ragazzo del Freezone e anch'egli come il sottoscritto rimane sconcertato dal fatto che con una simile temperatura l'uso della muta, anche per una questione di sicurezza, non sia concesso.
Il fatidico start avviene in acqua e aggrappato ad una corda aspetto con timore che la furia dei bisonti parta all'impazzata cercando con cura d'evitare spiacevoli contatti. Sono contratto ma mi sforzo mentalmente per combattere questa sensazione di panico che m'attanaglia rimanendo concentrato e attento a non cozzare contro gli altri. Il primo giro esco abbastanza soddisfatto ma comincio a percepire un tremolio dovuto al freddo e mi preoccupo perchè dovrò rimanere in acqua ancora parecchio e senza la muta la dispersione termica è notevole.
Lassù qualcuno mi ama cosicché terminata la mia odissea in acqua correndo verso la zona cambio incontro Two times manifestandogli la mia soddisfazione per avercela fatta.Lui per incoraggiarmi mi grida: "Vai Amedeo che la tua gara comincia adesso!"
Dopo un venerdì e un sabato torridi mi devo sorbire la prima parte del percorso ciclistico in compagnia dapprima di una leggera pioggia seguita da un irritante temporale che non ti permette di scorgere le asperità del manto stradale in quanto gli schizzi d'acqua sbattono violentemente contro le lenti degli occhiali. Finalmente la bufera meteorologica termina e posso proseguire in totale tranquillità la mia pedalata passando tra le varie località attorno a Francoforte inclusa Maintal dove non riesco a godermi in pieno la calorosa accoglienza della folla in quanto la pavimentazione stradale composta da porfido e lastrami vari in stile Paris-Roubaix mi rende alquanto nervoso e mi provoca l'allentamento delle brugole dell'appendice in carbonio.
Le gambe sembrano come si suol dire girare bene sino alla salita finale posta a 10 km. dal secondo cambio dove utilizzo il 38 -23 perchè la stanchezza comincia ad affiorare. Fedele al mio famoso motto che dice "finita la bici finito l'Ironman al massimo cammino..." parto agghindato con tanto di papillon giallo fucsia per correre degnamente la maratona finale incontrando all'altezza del secondo km. l'amico Guidarelli poco distante da Mr. Podio che alla mia domanda riguardante la sua condizione fisica risponde con una mimica facciale che lascia trasparire uno stato di disagio. Infatti lo ritrovo che cammina dopo qualche minuto e malgrado io cerchi d'incitarlo verbalmente verrò a sapere al termine della gara,con mio grande dispiacere, del suo ritiro. Sono sicuro che il suo animo da combattente nato gli consentirà di centrare l'anno prossimo la tanto agoniata qualifica per Kona ed io sarò tra i primi a congratularmi con lui.
Il caldo durante la mia corsetta a ritmo lento si fa notare costringendomi ad usufrire dei numerosi spugnaggi presenti nei riforniti ristori ma l'acqua mi penetra nelle scarpe e con il passare del tempo causa la formazione di fastidiose vesciche che oltre a rallentare la mia ridicola andatura prolungano il mio calvario.
Incontro finalmente durante il percorso Two times mentre Lucio risulta latitante probabilmente impegnato nella pennichella pomeridiana e quando chiedo notizie del Carniselli mi riferiscono che si è ritirato in bicicletta. Brutto colpo anche per lui ottimo nuotatore ma che ha sofferto il freddo durante la frazione in bici dovendo terminare anzitempo la competizione. Da esperto finisher qual è saprà dimenticare questa negativa esperienza ripresentandosi più competitivo che mai ai nastri di partenza del prossimo Ironman.
Decido di alzare il ritmo durante gli ultimi km. e una volta imboccato il rettilineo d'arrivo infilo il naso da maiale che avevo acquistato insieme al papillon e tra l'ilarità degli invasati spettatori presenti sulle tribune taglio a braccia alzate il sospirato traguardo. Dopo aver fatto una doccia ristoratrice ritrovo un amico navarro e mi complimento con Valentina autrice di una prova maiuscola in virtù di una maratona corsa con un parziale di poco superiore alle quattro ore.
Dopo aver ritirato la bici e le sacche con l'abbigliamento adoperato in gara faccio ritorno in hotel dove ha inizio la quarta frazione del mio personale Ironman che consiste nel trasportare il tutto all'interno del mio solario......
Seconda doccia in mezz'ora e poi ritrovo con tutti gli altri per andare ad assistere all'arrivo dell'ultimo concorrente il quale sarà osannato dalla folla ancora numerosamente assiepata sulle tribune adiacenti al toboga che conduce alla meta ,malgrado il solito temporale tipicamente estivo. Commentando con gli altri amici tale spettacolo non si può sottolineare la distanza siderale che intercorre tra l'enorme cultura sportiva teutonica e l'ignoranza in materia delle nostre genti incapaci di sopportare e supportare qualsiasi evento sportivo al di fuori del calcio.
Un sincero ringraziamento ai miei compagni di viaggio per la gioviale compagnia e a tutti i triatleti finisher in questo IM.
La formazione ,puramente di supporto ,prevista per la gita fuori porta in terra teutonica era composta da Giampaolo Gualla Presidente della Pro Patria Triathlon che da ora in poi verrà citato con il nick name "Two times" ovverosia il numero di IM conclusi nel secolo scorso cosa ampiamente ribadita ad un altro componente la squadra tale Bazzoni Lucio al quale dedicherò fra qualche giorno un post significativo. Mitiche durante tutto il soggiorno le diatribe verbali tra i due elementi sopraccitati sempre all'insegna della pura goliardia....
Il quintetto era completato dallo scrivente e dalla gradevole coppia composta dal Cristian Carniselli e dalla Ironwoman Valentina Leucari già entrambi finishers nella scorsa edizione.
Partenza un po' attardata il venerdì mattina alle 9 ed arrivo ,dopo un viaggio piuttosto rocambolesco causa lavori stradali in corso e code del fine settimana, alle 18 a Francoforte con il desiderio di ritirare in modo celere il pacco gara dove all'interno era presente l'indispensabile braccialetto con la scritta Athlete lasciapassare per il pasta party della sera. Two times , Lucio nonchè il sottoscritto veri amanti della cucina ricevevano dallo stomaco segnali d'insofferenza per cui dopo aver scaricato bici e bagagli nei rispettivi hotels ci siamo diretti a passo spedito alla Forum Festhalle dove la mia voracità ha raggiunto vette inenarrabili lasciando inebetito anche Two times già giustamente indispettito per l'elevato costo sborsato per la cena (22 euro !!) In questa piacevole occasione ho avuto il piacere d'incontrare Cristian Fiorito (alias Mr. Podio) e la compagine partenopea capitanata da Giacomo Vinci (alias Ironmin) i quali mi hanno comunicato con mio grande rammarico che l'organizzazione ,considerata l'elevata temperatura dello specchio d'acqua predisposto per la frazione natatoria, vietava l'uso della muta vera e propria ancòra di salvezza per l'Ironmerd per i primi 3,8 km. di nuoto.
Nella serata di venerdì si é aggregata alla nostra combriccola anche la simpaticissima ragazza di Mr. Podio Debora che spero al più presto di vedere, in qualità di partecipante, al via in una triplice prova e l'amico Max Rovelli anch'egli preoccupato per l'impossibilità d'indossare la muta il giorno della gara. Al rientro in hotel m'accorgo che non esiste l'aria condizionata e che la camera situata nel sottotetto è un forno. La presenza di uno pseudo ventilatore non migliora l'afa ormai padrona dell'ambiente allora decido di spostare il materasso sotto la finestra della mansarda alla ricerca di uno spiffero d'aria ma il risultato non è dei più incoraggianti e la nottata diventa una via crucis. La mattina successiva alle 8.30 mi associo a Valentina e grazie ad una sgambatina di 20 minuti riesco a liberarmi dal torpore generato dalla passata notte insonne. Ritorno in hotel e chiedo gentilmente a qualsiasi costo una camera con aria condizionata ma alla reception mi rispondono che da loro non ve ne sono!!!! Desidero ringraziare pubblicamente il Pres. Gualla e Lucio che nei momenti di difficoltà respiratoria mi hanno ospitato nella loro suite dotata d'aria condizionata.
Un altro piccolo calvario a Francoforte è a mio modesto parere la consegna delle biciclette in zona cambio situata a circa 15 km. dalla città. Occorre dotarsi di una buona dose di pazienza e aspettare uno dei bus che l'organizzazione mette a disposizione per recarsi al bike check-in restando anche un'ora sotto il sole alla tiepida temperatura del periodo estivo. Finalmente dopo tre ore riesco ad espletare questa fastidiosa operazione e dopo una passeggiata negli stands con Two times e Lucio mi concedo un pasto frugale di riso misto a carne e verdure che ovviamente divoro in un batter d'occhio. Dopo aver osservato la rincorsa alla maglia gialla di F. Landis nella crono del Tour de France con il suddetto duo delle meraviglie notiamo la presenza in cielo di nubi minacciose che in un baleno scaricano una consistente quantità d'acqua sulla città rinfrescando un po' l'aria e dimunendo l'umidità presente in essa. Il famoso carbo load della sera pre gara si è svolto all'interno del lussuoso Intercontinental Hotel in compagnia anche di Mr. Podio suo padre ,vero amante della competizione sportiva e di Debora. Si cerca di stemperare la tensione buttandola sul ridere e la speranza di tutti noi è che il giorno seguente l'organizzazione cambi idea dopo l'acquazzone serale e ci consenta di utilizzare la muta.
Durante il tragitto per ritornare in hotel il mio unico neurone presente nella scatola cranica ha escogitato una soluzione estrema che mi ha permesso di dormire qualche ora prima del fatidico giorno ovverosia ho traslocato in compagnia del mio amato materasso nel corridoio vicino alle due finestre presenti e finalmente ho avvertito la presenza di una leggera brezza. Che sollievo!
Purtroppo alle ore 3.55 l'orologio mi ricorda che devo alzarmi e dopo aver ingoiato due fette biscottate, una barretta e una pesca il tutto annaffiato da un Powerade d'annata mi ritrovo con gli altri compagni di merenda e andiamo alla fermata del bus che ci permetterà di raggiungere la zona cambio. Il mezzo di trasporto saturo di triatleti è praticamente la mia camera d'albergo con quattro ruote e mi ritrovo inaspettatamente a sudare alle 5 del mattino cosa che m'indispettisce non poco. Raggiunta destinazione scopro con immenso dispiacere che la muta la dovrò riportare a casa senza averla utilizzata e m'accorgo che dal cielo nuvoloso cominciano a cadere gocce di pioggia. Scambio qualche battuta con alcuni atleti e sinceramente mi auguro che la temperatura dell'acqua sia più calda di quella dell'aria perchè comincio ad avvertire qualche brivido di freddo. Incontro mentre faccio il mio ingresso in acqua un ragazzo del Freezone e anch'egli come il sottoscritto rimane sconcertato dal fatto che con una simile temperatura l'uso della muta, anche per una questione di sicurezza, non sia concesso.
Il fatidico start avviene in acqua e aggrappato ad una corda aspetto con timore che la furia dei bisonti parta all'impazzata cercando con cura d'evitare spiacevoli contatti. Sono contratto ma mi sforzo mentalmente per combattere questa sensazione di panico che m'attanaglia rimanendo concentrato e attento a non cozzare contro gli altri. Il primo giro esco abbastanza soddisfatto ma comincio a percepire un tremolio dovuto al freddo e mi preoccupo perchè dovrò rimanere in acqua ancora parecchio e senza la muta la dispersione termica è notevole.
Lassù qualcuno mi ama cosicché terminata la mia odissea in acqua correndo verso la zona cambio incontro Two times manifestandogli la mia soddisfazione per avercela fatta.Lui per incoraggiarmi mi grida: "Vai Amedeo che la tua gara comincia adesso!"
Dopo un venerdì e un sabato torridi mi devo sorbire la prima parte del percorso ciclistico in compagnia dapprima di una leggera pioggia seguita da un irritante temporale che non ti permette di scorgere le asperità del manto stradale in quanto gli schizzi d'acqua sbattono violentemente contro le lenti degli occhiali. Finalmente la bufera meteorologica termina e posso proseguire in totale tranquillità la mia pedalata passando tra le varie località attorno a Francoforte inclusa Maintal dove non riesco a godermi in pieno la calorosa accoglienza della folla in quanto la pavimentazione stradale composta da porfido e lastrami vari in stile Paris-Roubaix mi rende alquanto nervoso e mi provoca l'allentamento delle brugole dell'appendice in carbonio.
Le gambe sembrano come si suol dire girare bene sino alla salita finale posta a 10 km. dal secondo cambio dove utilizzo il 38 -23 perchè la stanchezza comincia ad affiorare. Fedele al mio famoso motto che dice "finita la bici finito l'Ironman al massimo cammino..." parto agghindato con tanto di papillon giallo fucsia per correre degnamente la maratona finale incontrando all'altezza del secondo km. l'amico Guidarelli poco distante da Mr. Podio che alla mia domanda riguardante la sua condizione fisica risponde con una mimica facciale che lascia trasparire uno stato di disagio. Infatti lo ritrovo che cammina dopo qualche minuto e malgrado io cerchi d'incitarlo verbalmente verrò a sapere al termine della gara,con mio grande dispiacere, del suo ritiro. Sono sicuro che il suo animo da combattente nato gli consentirà di centrare l'anno prossimo la tanto agoniata qualifica per Kona ed io sarò tra i primi a congratularmi con lui.
Il caldo durante la mia corsetta a ritmo lento si fa notare costringendomi ad usufrire dei numerosi spugnaggi presenti nei riforniti ristori ma l'acqua mi penetra nelle scarpe e con il passare del tempo causa la formazione di fastidiose vesciche che oltre a rallentare la mia ridicola andatura prolungano il mio calvario.
Incontro finalmente durante il percorso Two times mentre Lucio risulta latitante probabilmente impegnato nella pennichella pomeridiana e quando chiedo notizie del Carniselli mi riferiscono che si è ritirato in bicicletta. Brutto colpo anche per lui ottimo nuotatore ma che ha sofferto il freddo durante la frazione in bici dovendo terminare anzitempo la competizione. Da esperto finisher qual è saprà dimenticare questa negativa esperienza ripresentandosi più competitivo che mai ai nastri di partenza del prossimo Ironman.
Decido di alzare il ritmo durante gli ultimi km. e una volta imboccato il rettilineo d'arrivo infilo il naso da maiale che avevo acquistato insieme al papillon e tra l'ilarità degli invasati spettatori presenti sulle tribune taglio a braccia alzate il sospirato traguardo. Dopo aver fatto una doccia ristoratrice ritrovo un amico navarro e mi complimento con Valentina autrice di una prova maiuscola in virtù di una maratona corsa con un parziale di poco superiore alle quattro ore.
Dopo aver ritirato la bici e le sacche con l'abbigliamento adoperato in gara faccio ritorno in hotel dove ha inizio la quarta frazione del mio personale Ironman che consiste nel trasportare il tutto all'interno del mio solario......
Seconda doccia in mezz'ora e poi ritrovo con tutti gli altri per andare ad assistere all'arrivo dell'ultimo concorrente il quale sarà osannato dalla folla ancora numerosamente assiepata sulle tribune adiacenti al toboga che conduce alla meta ,malgrado il solito temporale tipicamente estivo. Commentando con gli altri amici tale spettacolo non si può sottolineare la distanza siderale che intercorre tra l'enorme cultura sportiva teutonica e l'ignoranza in materia delle nostre genti incapaci di sopportare e supportare qualsiasi evento sportivo al di fuori del calcio.
Un sincero ringraziamento ai miei compagni di viaggio per la gioviale compagnia e a tutti i triatleti finisher in questo IM.
lunedì 17 luglio 2006
Siamo la coppia più bella del mondo.....

Ecco i due piccioncini Marco e Amanda coppia di finishers tutta speciale per simpatia e determinazione.
Un abbraccio sincero da un vostro ammiratore.
Grande Amanda all'Ironman Austria
Fenomenale Amanda Wu ieri Ironman finisher in quel di Klagenfurt dove più di 2000 triatleti si sono cimentati nella disputa dell'Ironman Austria. L'atleta del Triathlon Lecco ha saputo, al suo esordio in una simile competizione ,dosare saggiamente le forze e concludere in bellezza in 15:05:45.
Straordinaria prova di Panizza Franco,con il quale mi sono già "messaggiato" subito dopo la gara, con un crono finale di 9:52:51 seguito dallo scatenato ciclista del Lario Marco Scotti che ha chiuso la competizione in 10:45:00. Un plauso anche a Marco Donnini il più "anziano" (spero non s'offenda.....) della spedizione lecchese giunto brillantemente al traguardo in 11:27:50.
Inutile rimarcare che i tempi cronometrici delle gare nel mio personale blog contano come il due di picche quando la briscola è fiori ,per cui rivolgo un grandioso tributo a tutti e quattro i valorosi triatleti sicuramente al settimo cielo per aver concluso la loro triplice fatica.
Altro esordiente timoroso alla vigilia ma autore di un'ottima prova il ferrarese Paolo Mecca anch'egli capace di gestirsi in modo oculato durante le tre frazioni e felicemente finisher in 11:26:27.
Un sincero "bravo" a tutti e ...... continuate così.
Straordinaria prova di Panizza Franco,con il quale mi sono già "messaggiato" subito dopo la gara, con un crono finale di 9:52:51 seguito dallo scatenato ciclista del Lario Marco Scotti che ha chiuso la competizione in 10:45:00. Un plauso anche a Marco Donnini il più "anziano" (spero non s'offenda.....) della spedizione lecchese giunto brillantemente al traguardo in 11:27:50.
Inutile rimarcare che i tempi cronometrici delle gare nel mio personale blog contano come il due di picche quando la briscola è fiori ,per cui rivolgo un grandioso tributo a tutti e quattro i valorosi triatleti sicuramente al settimo cielo per aver concluso la loro triplice fatica.
Altro esordiente timoroso alla vigilia ma autore di un'ottima prova il ferrarese Paolo Mecca anch'egli capace di gestirsi in modo oculato durante le tre frazioni e felicemente finisher in 11:26:27.
Un sincero "bravo" a tutti e ...... continuate così.
giovedì 13 luglio 2006
L'affare del secolo

Pochi giorni fa un amico triatleta nonchè Ironman Finisher mi ha inviato una foto nella quale durante una gita in montagna ha realizzato, grazie all'utilizzo di alcuni sassi, quella che è divenuta col passare degli anni una vera e propria icona del mondo Ironman:
la M con il bollino.
Volevo dedicare un plauso all'inventore di codesto logo perchè ha generato un merchandising stellare che forse nessuno poteva immaginare pochi lustri fa, una vera e propria Ironmania alla ricerca del più disparato prodotto da marchiare e rivendere negli innumerevoli stands presenti all'interno degli "expo" o direttamente in internet.
Difficile resistere per l'esordiente in un IM alla tentazione d'acquistare una
t-shirt commemorativa della prova che lo vedrà protagonista qualche giorno dopo, oppure ricompensare la consorte della pazienza avuta durante il periodo in cui si doveva accuratamente preparare per il fatidico evento trascurandola con ripetute, fartlek, corti, medi, veloci .
Un cadeau per mantenere intatto il feeling di coppia.....
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