domenica 22 giugno 2014

Balatonman

                                Banella , Coppo, Ame , Mino, Carrara
                               Bungalow e furgone 
                               Il traguardo, il giorno dopo....

L'accoppiata IM Lanzarote-Passatore è stata, com'era logico prevedere, ardua da smaltire e non parlo solo dal punto di vista muscolare poichè in siffatte occasioni è la testa a dettare legge sul corpo.
Chi mi conosce da diversi anni è al corrente della mia personale avversione alle uscite d'allenamento settimanali e se c'aggiungiamo il freno psicologico dovuto alla stanchezza, nonché zero voglia di faticare potete immaginare cosa ne è scaturito.
Quando ricevetti l'invito proveniente dal gruppo selvinese di prendere parte alla trasferta ungherese per gareggiare sulle rive del Lago Balaton ma più avrei pensato ad una tracciato ciclistico impegnativo.
Credevo fosse un leggero vallonato, ma fui smentito allorchè il buon Massimo Carrara m'inviò l'altimetria presa dal sito ufficiale, il quale indicava circa 2000 metri di dislivello.
La vicinanza dell'Ironman in terra ungherese col classico appuntamento in Carinzia (Ironman Austria) , distanti fra loro solo due settimane, veniva in tal modo inficiato da un appuntamento archiviato preventivamente  nella mia mente come "easy".
E col senno di poi posso confermare sia stato l'esatto contrario....
La formazione per la spassosa Irongita oltre confine era comosta da tre agguerriti atleti delle montagne orobiche, fiore all'occhiello di Selvino, località situata a circa 1000 metri d'altitudine e famosa per aver sfornato ottimi sciatori. Ne cito due su tutti: Paola e Lara Magoni.
Oltre al sopraccitato Massimo Carrara, finisher all'IM Austria di due anni fa, due esordienti sulla distanza, innamoratisi della triplice in tarda età e smaniosi di provare quest'esperienza.
Massimo Grigis appartenente alla stirpe dei Banella , over 50, elemento molto spensierato e col giusto approccio mentale, cioè quello di chi si cimenta per la prima volta in una competizione d'endurance lungo.  Parola d'ordine : Arrivare.
Sulla stessa lunghezza d'onda un altro Massimo, il Camozzi detto Mino, ottimo podista con una Marathon des Sables in saccoccia e diverse maratone. Entrambi hanno preso dimestichezza con la bici da corsa solo sei mesi or sono, pertanto è la frazione ciclistica ad incutere maggiore preoccupazione nei loro pensieri. C'accumuna la lentezza nel coprire i 3,8 km a nuoto con la speranza di poter utilizzare la muta in acqua.
Dei tre è Carrara a mostrarsi particolarmente istrionico, iscritto alla distanza ibrida denominata Special (1,9-180-11) con l'intento d'affinare la preparazione in vista dell'appuntamento clou della stagione, il Challenge Roth.
A fargli compagnia in Baviera un altro selvinese doc, Livio Magoni, amico di vecchia data anche del sottoscritto, riconfermato allenatore della nazionale femminile di sci alpino. Nel suo ricco palmares come tecnico segnalo le vittorie mondiali ed in coppa del Mondo ottenute mentre allenava la slovena Tina Maze.
Ritrovo zona Seriate ,al capannone del Banella, dove lascio l'auto mentre attendo l'arrivo del furgone noleggiato dal Carrara, giunto con Mino a mezzogiorno. Durante il tragitto faremo sosta nell'afosa Mestre per "raccattare" un altro Massimo detto Koppen perchè di cognome fa Coppo.
Con 102 maratone al suo attivo , un paio di IM Austria disputati oramai ad inizio secolo viene amichevolmente preso in giro dal gruppo per la sua "irritante" gentilezza e l'abbigliamento da immigrato clandestino. Gli viene affibiato giustamente lo pseudonimo di "Albanese" :D
Un uomo d'altri tempi , buono d'animo ,capace di stare al gioco delle parti.
900 km sono un bel viaggetto però scorrono veloci fra una risata e l'altra , attraversando la verde Slovenia, un quadro naturale con immensi prati e paesi cartoline.
Trascorse quasi 10 ore dall'aver lasciato il suolo nostrano eccoci all'entrata del campeggio ubicato a Balatonfured , piccola cittadina turistica, dimora prescelta per il soggiorno magiaro. Entrati nel bungalow prenotato veniamo assaliti dall'umidità elevata presente al suo interno e rimaniamo positivamente colpiti dall'ampiezza dello stesso. Due camere , due bagni di cui uno spazioso con doccia , cucinino ed una sala enorme.
Dormire la prima notte si è rivelata un'impresa titanica per l'afosità percepita ed al nostro risveglio mattutino , come da copione, usciamo per una leggera corsetta, indispensabile a sgranchire le gambe e rimetterle in sesto dopo il lungo viaggio del giorno precedente.
Colazione e, successivamente, ricognizione dell'anello ciclistico con amara constatazione della sua "rognosità" ed un manto stradale decisamente rovinato in un bastone andata-ritorno lungo circa una quindicina di chilometri. Metto il cuore in pace in quanto la bici da crono è inadatta alla tipologia del percorso , per i continui saliscendi presenti nella prima parte dello stesso.
"E' stancante averlo visto da seduti , chissà pedalarlo per quattro volte..." è la frase scherzosamente rivolta da uno di noi agli altri e quando Carrara confida di volerlo visionare nuovamente il giorno successivo per memorizzarlo meglio, gli rifilo una serie d'insulti in brianzolo.Il  gruppo scoppia a ridere cosa che avverrà spesso grazie ai siparietti, degni di Zelig, fra noi due :)
Panico alla cena dell'antivigilia, causa disguidi con la piastra elettrica per comprendere in quale posizione girare la manopola e poterla sfruttare alla massima potenza. Se trascorsa un'ora, l'acqua per cuocere la pasta fatica a raggiungere il bollore un motivo ci sarà no? :) Alla fine riusciamo a scovare il bandolo della matassa ed ha inizio il primo carboload cucinato dal sottoscritto .
Il giorno seguente l'Albanese e Carrara propendono per una nuotana mentre io e Mino sgambettiamo per una ventina di minuti.
Ricca colazione e passaggio in zona traguardo per sapere quando potremo prendere possesso della busta contenente il pettorale. Siamo in largo anticipo, motivo per cui ,ammazziamo l'attesa facendo la spesa in una Coop locale e visitando una chiesa situata sopra Balatonfured. Riscendiamo ed espletiamo velocemente le formalità del ritiro pacco gara contenente pettorale, chip e qualche gadgets. Viene confermata la partenza in acqua alle ore 8 e la notizia è accolta con immenso piacere da tutta l'italica truppa.
In questi IM familiari non vi è il tradizionale e irritante bike check-in della vigilia, quindi ci s'ingegna affinchè il tempo scorra il meno noiosamente possibile  . Mino sopporta a malapena lo stress derivante dall'aspettare il momento topico, il giorno in cui lui ed il Banella si toglieranno la soddisfazione di concludere un IM. Prendiamo boniariamente in giro l' "albanese" Coppo e vedendo il Banella continuamente attaccato al cellulare conio il nick name ad hoc per lui , ovverosia Call Semper !
Cena senza eccessi ,seppur abbondante, e visita alla "vasca" del centro cittadino dov'è concesso lustrarsi gli occhi ammirando le bellezze locali, sicuramente di prim'ordine :)
A nanna e pur senza avvertire particolari tensioni è comunque arduo dormire con una certa continuità e difatti il risveglio è notoriamente una levataccia nel senso più stretto del termine. Deambulo per il bungalow sgranocchiando qualche barretta mentre nel forno a microonde riscaldo l'acqua per il tè.In questi frangenti, a fatica, percepisco i sapori di cosa sto masticando :O
Meglio portarsi avanti e salire in sella pedalando il breve tragitto che separa il campeggio alla zona cambio. L'essere giunti di buon'ora ci consente di riporre bicicletta ed abbigliamento nell'ampio spazio messo a disposizione dall'organizzazione. Nel frattempo rivedo i bresciani Luisa e Marco,conosciuti in occasione della Maratona dei Luoghi Verdiani . Lui si cimenterà nel suo secondo IM , lei sulla distanza Special.
Inizia a far caldo, attendo sino all'ultimo prima d'indossare la muta ed entrare nel celeberrimo Lago Balaton in compagnia degli amici bresciani.
Ma come , c'è una lunga coda per entrare in zona cambio da parte degli iscritti al 70.3 e mancano si e no 10 minuti allo start? Sarà partenza ritardata con i piedi immersi nella fanghiglia del fondo lagunare ed un malcelato nervoso accumulato durante la sosta forzata in ammollo.
In questo frangente avrei voluto poter incontrare il ragazzo dell'organizzazione, il quale aveva rassicurato circa il posizionamento di boe direzionali, per spiegargli la scarsa visibilità di quelle due bianche principali lontane 800 metri dalla riva.
E difatti erroneamente punto quella sbagliata e quando me n'accorgo sono decisamente infastidito ma la frittata è fatta. Seconda tornata praticamente in solitaria e mi sembra d'aver nuotato un'eternità.
Glory Glory Hallelujah ! Raggiungo la terra ferma ed ogni volta è come se finisse il mio primo Ironman di giornata. Transizione abbastanza rapida, considerando la pole position in zona cambio, e lunga passeggiata per uscirne. Percorro i due chiometri di congiungimento fra centro cittadino ed il fatidico l'anello cercando di far girare la gamba però alla prima impennata sono in affanno....
Inutile reagire impulsivamente ,sarebbe solo un modo per finire anzitempo la prova ed allora cerco di trovare dentro me un briciolo di convinzione. La salita verso il GPM del circuito sebbene non contempli pendenze proibitive sarà, col passare dei giri, devastante muscolarmente. Sfrutto ampiamente tutto il pacco pignoni e cerco di recuperare nei tratti in leggera discesa. Un discorso a sè stante merita il celeberrimo andata-ritorno prima di ridiscendere verso Balatonfured.
Lo sballottamento avvertito sul pulmino durante la perlustrazione è lo stesso provato sui pedali ed in alcuni punti debbo abbandonare la posizione sulle appendici complice il pericolo di cadere. La strada è per la quasi totalità chiusa alle auto ma, il traffico venutosi a creare per la presenza dei partecipanti al mezzo Ironman, consiglia prudenza.
L'ultima tornata l'affronto con le pile scariche, il motore batte in testa, penso alla maratona successiva e scalo due marce giungendo in seconda transizione dubbioso. Sarà stato sufficiente ridurre la velocità risparmiando energie per poter correre decentemente, oppure ho tirato troppo la corda?
Lo scopriemo solo......correndo e col senno di poi verrò facilitato dall'assenza di vere e proprie salite. Solo un leggero falsopiano a salire da ripetersi 12 volte tanti quanti erano i giri da percorrere. Le sensazioni sin da subito sono positive e faccio della regolarità la linea guida sino a quando le gambe, la testa  e l'energie m'assistono. Purtroppo nell'ultima tornata scema la voglia di soffrire, combattere le crisi e le camminate, previste unicamente per le soste ai ristori, si fanno consistenti.
Incrocio tutti gli amici e li vedo correre senza particolari problemi e la speranza di vederli tutti finisher oramai è quasi una realtà. Nel lungo rettifilo che conduce al traguardo trovo il tempo per un'ultima breve passeggiata utile a resettare la mente affaticata e presentarsi festante ,a braccia alzate,sotto lo striscione d'arrivo.
Provato, ricevo la medaglia da una gentile volontaria e cerco subito un posto a sedere per recuperare la capacità d'intendere e di volere scomparsa. Giunge Carrara e chiedo gentilmente di tornare in campeggio per riposare e lavarmi. Verrà a riprendermi per tornare con Mino nei pressi dell'arrivo ed attendere l'arrivo del Banella, il quale giungerà felicemente poco prima delle 23. E' raggiante, euforico e festeggiamo assieme a Mino il loro battesimo con l'Ironman,  purtroppo con una cena a base di panini e birra, perchè a quell'ora nessuno vuole .prendersi la briga di cucinarti qualcosa.
Complimenti vivissimo a tutti quanti Marco e Luisa compresi,  perchè a posteriori posso confermare la difficoltà della gara soprattutto per i due selvinesi al loro primo approccio con la distanza regina del triathlon.

God bless you !!!

mercoledì 4 giugno 2014

Di nuovo al Passatore

Finalmente rivedo Siro !!!!
 con Mauro prima della partenza
 Eppur si muove !!!  Impossibile fare la moviola :-) grazie Gessica :*

Lo scorso anno ero particolarmente preoccupato d'affrontare nell'arco di una settimana due competizioni sportive decisamente impegnative sotto l'aspetto fisico e mentale.
Ero molto motivato perchè "in missione per conto di Simone" e sconfissi un meteo infame con una prova insperata. Stesso fine quest'anno con un clima diametralmente opposto ed un caldo quasi estivo già al ritiro dei pettorali in centro Firenze, letteralmente invasa da turisti e ultramaratoneti.
Un caos fastidioso e se invidio i fiorentini per la bellezza della loro splendida città non posso dire altrettanto per il viavai generato dalle frotte di visitatori. Sono i pro e contro riscontrabili in qualsiasi cosa...
Nel ricordare Simone Grassi vorrei segnalare un suo caro amico, nonchè tra i fondatori dell'Associazione no profit a lui dedicata, il laziale Mauro Battello. Sarà anch'egli impegnato nel valicare, correndo, l'Appennino tosco-emiliano pronto a raccogliere i festeggiamenti di rito al suo arrivo faentino
Spesso avevo ricevuto da quest'ultimo attestati di stima e riconoscenza per l'aver ricordato in diverse competizioni sportive il compianto Atleta cesenate.
Stavolta sarà protagonista, insieme ad altre 2000 persone, in quella che pomposamente viene definita la "corsa più bella del mondo" e sin dai giorni precedenti, sulla sua pagina facebook , si notava una certa fibrillazione in vista dell'evento. Ci siamo dati appuntamento prima del via per una significativa foto ricordo e così è stato :)
Un'altra storia ricca d'amarcord è quella generata dall'incontro con l'amico Siro Tortorici, palermitano trapiantato in Toscana, testimone vivente del mio e suo battesimo Ironman a Lanzarote nel lontano 1998.
C'eravamo persi di vista e trascorsi 16 anni era giunto il momento di rivederci :)
Svariate volte aveva manifestato il desiderio d'incontrarmi e quale migliore occasione quella di riabbracciarci in centro a Firenze sempre in concomitanza di un evento sportivo ? Detto, fatto.
Siro ha raggiunto in scooter Piazza della Repubblica dove, sotto i suoi portici, avevo effettuato il cambio d'abiti ,ed è stato emozionante rivederlo dopo tanti anni.  Da lì ci siamo diretti in zona partenza raccontandoci un po' di quanto succcesso nelle nostre vite durante questo lungo lasso di tempo.
L'attesa è snervante, fa caldo e sinceramente necessiterei ancora di una giornata di riposo considerando che sono rientrato a casa, dalla trasferta canaria, alle 2 di notte del giovedì. Dopo soli due giorni eccomi al via di una lunga e gravosa corsa ed ogni eventuale lamentela lascia il tempo che trova poichè, come si suol dire, non me l'ha ordinato il dottore. Gambe e cuore gli ingredienti indispensabili per giungere, un passo dopo l'altro, in Piazza del Popolo a Faenza . Al tradizionale colpo di pistola corriamo i primi chilometri all'interno della città incitati dal pubblico e nemmeno il tempo di carburare che s'inizia a salire verso Fiesole e lo sapete quanto destesto vedere la strada impennarsi dinanzi a me...
Salgo con regolarità, cercando le zone d'ombra per scansare la calura e questo sino al il 16° km quando la strada scenderà in direzione Borgo San Lorenzo. La mente è già proiettata all'erta più significativa dell'intera gara . vale a dire l'arrampicata che di porterà a 900 slm al Passo della Colla.
Già transitando nel centro di Borgo San Lorenzo le sensazioni sono preoccupanti, provo un senso di disagio e rallento. Alternando corsa e brevi camminate, nei tratti pendenti, giungo al Passo, entro nella tenda contenente le sacche con gli indumenti personali ed indosso, sotto la canotta, una maglia da ciclo traforata.
Maledetta la discesa verso Marradi e lo sapevo di dover pagare dazio in quanto, pur scendendo con andatura controllata , sento i quadricipiti urlare !!!!
Ed infatti vengo "sverniciato" da diversi atleti raggiunti e sorpassati nella precedente salita ma se dovessi tenere il loro passo probabilmente rischierei di terminare anzitempo la competizione.
A complicare la situazione ci si mette pure lo stomaco in disordine e giunto ai ristori, ogni qualvolta bevo, corro per un centinaio di metri e vomito tutto il liquido ingerito. Siamo a posto!
Ame, senza poter bere nè mangiare dove vuoi andare ? Comica la scena quando mi fermo per far pipì , mi scappa però non riesco a farla !!! Riparto sconsolato, non è giornata e mancano ancora 35 km alla fine, un'eternità......
In questi casi vorresti reagire ma lo sconforto ha la meglio su tutto quindi cerco d'evitare il totale tracollo correndo e camminando. Il buio, la quasi totale assenza di pubblico, tranne al passaggio in qualche paese , contribuiscono a rendere piuttosto pesante il proseguire, sapendo di farlo a ritmi da lumaca lenta.
La speranza è l'ultima a morire ed ecco che transitato da Brisighella all'88° km circa lo stomaco si sblocca e riesco a bere e correre decentemente senza trascinarmi . Bello incrociare l'amica Gessica, la quale nota lo stato pietoso in cui verso e gentilmente cerca di rincuorare una larva vestita da podista :)
Ogni tanto rifiato con qualche passeggiatina e vedo all'orizzonte le luci della periferia di Faenza, grossa iniezione per il morale. Gli ultimi 2 km. sembrano infiniti ma giunto in prossimità dell'agognata meta, provo l'enorme felicità d'aver concluso una gara sofferta, onorando, come meglio potevo, Simone . Ricevuta la medaglia finalmente trovo una sedia su cui poggiare gli arti inferiori "devastati", rivedo Gessica e la ringrazio per il supporto psicologico. Anche se espressamente vietato dal regolamento, la quasi totalità dei partecipanti ricorre all'assistenza esterna di parenti od amici. Impegnare una persona a seguirti per 100 km è un compito gravoso ed in entrambe l'edizioni corse ho preferito evitare di farlo.
Complimenti a tutti gli arrivati , soprattutto a Mauro riuscito nell'intento di concludere la sua prima 100 km e d'aver mantenuto la promessa fatta a Simone ricordandolo, come il sottoscritto, in una manifestazione a lui cara. Bravo.

God bless you !!!