lunedì 14 settembre 2015

Pioverman

 Con l'amico Antonio Scirocco prima del via
 Penne e ravioli al pasta party
 Col prete colombino Padre Serna dopo il pasta party
 Saluto di rito del gruppo italico
 Cancer off presente !

Un'intera settimana a visionare le previsioni meteo, girovagando fra diversi siti concordi nel decretare la probabile assenza di pioggia.
Però stiamo parlando di Zofingen e spesso, in passato, le condizioni ambientali sono radicalmente cambiate nel volgere di una mattinata, costringendomi a lanciare imprecazioni nei confronti di Giove Pluvio.
Decido di non saper nè leggere nè scrivere ed adotto la configurazione da pioggia (ruota con pista frenante in alluminio all'anteriore) per il battesimo della nuova bici da crono in carbonio. . L'ho chiamata ONLY 4 FUN perchè da sempre approccio le competizioni con questo spirito pur non lesinando impegno, onorandole nel miglior modo possibile.
Ho già speso elogi, nei vari resoconti riguardanti il Powerman Zofingen, una delle gare che porto nel cuore ed ogni anno ci torno per mettermi in balìa dei suoi continui saliscendi.
Evito accuratamente d'affrontare nelle uscite di corsa e sui pedali pendenze significative come quelle presenti durante le tre frazioni della gara, valida come Campionato del Mondo di Duathlon Lungo.
Puntualmente pago dazio, manca l'allenamento specifico quindi l'unica arma per venirne fuori è quella di faticare ma con oculatezza, camminare quando lo sforzo diventa un fuorigiri insostenibile.
Da un lustro è l'amico Franchino il compagno di viaggio in terra elvetica e mentre nelle precedenti trasferte si era cimentato nella short distance,stavolta tenterà di prendersi la t-shirt di finisher della long distance. Si è preparato a puntino negli ultimi tre mesi e, conoscendo gran parte del tracciato, partirà col freno tirato per giungere a correre gli ultimi 30 km in condizioni decenti.
Regola valida per chiunque si schieri al via se teniamo conto della durezza di quest'ultmi.
Viaggio quasi perfetto, con una coda irrisoria per entrare nel Tunnel del San Gottardo e successiva sosta ,come da tradizione, sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni per uno spuntino a base di frutta. Sennonchè passata indenne la periferia di Lucerna ecco l'inspiegabile rallentamento nei pressi di Sursee e una bella mezz'oretta persa.
Arriviamo comunque in orario per il ritiro del pettorale dove Franchino deve scomodare l'intervento del responsabile ITU per poterlo avere in quanto la tessera Fitri è sprovvista dell'anno di validità 2015. Così compare su tutte le tessere rilasciate agli atleti italiani generando la solita figura barbina della nostra federazione.....
Pasta party decoroso, poichè è illogico pretendere che la qualità della pasta cucinata possa essere degna di quella italiana soprattutto per quanto concerne la cottura. Conta, a mio parere, essere partecipi di un evento organizzato per permettere l'incontro degli atleti provenienti da ogni continente.
L'intenso traffico preclude la presenza alla kermesse,organizzata con tanto di cantante svizzero emulo di Elvis, alla coppia d'amici formata da Andrea (alla sua quarta presenza consecutiva)  e dalla simpatica consorte Caterina.
Li accompagnamo nel ristorante dove ceneranno. Da sempre si recano al "Ristorante alla Lupa" per la presenza di Ferruccio, giovale capo cuoco il quale c'incuriosisce e stupisce coi suoi racconti.
Rimaniamo esterrefatti e sorridiamo nell'ascoltare come la Svizzera sia governata da sette ministri ed altre "amenità" organizzative irrealizzabili nella terra del tricolore...
La vigilia è dedicata al "cercare di far trascorrere il tempo, annoiandosi il meno possibile" presenziando al briefing, passeggiando nella via principale di Zofingen e riposando in camera prima di ridiscendere per la cena. Quest'anno optiamo per il ristorante di Ferruccio, vestendo i panni degli atleti seri, ordinando pasta condita con olio e grana e come seconda portata un petto di pollo ai ferri.
Più tardi ci faranno compagnia Andrea , Caterina e l'intera famiglia Fiorini, con Mauro impegnato nella lunga distanza e la giovane figlia Simona in quella corta. La moglie Sabrina e la secondogenita
presenti come supporter.
Nuvoloni neri all'orizzonte, ma al briefing pomeridiano lo speaker locale parlava di gara "dry",  motivo per cui siamo fiduciosi di non ritrovarle qui domattina...
La sveglia suona alle 6.10 e mentre sgranocchio alcuni biscotti metto fuori il crapone dalla finestra scrutando l'orizzonte. Qualche nube c'è , ma sembrerebbe la classica giornata uggiosa autunnale senza lo spauracchio della pioggia.
Il bike check-in è molto veloce, ed ognuno di noi può usufruire di una scatola rettangolare in plastica per deporre il materiale da utilizzare durante la prova. Al termine di ogni transizione tutto deve obbligatoriamente essere al suo interno, pena provvedimenti disciplinari.
L'aria è frizzante, ed il termometro dell'auto segna 11.5 gradi alle 7.30, quindi ci piazziamo nella palazzina degli spogliatoi al calduccio. Ne usciremo solo una mezz'ora prima dello start, correndo con l'intento di riscaldarci. A -10 minuti entro nel box di partenza assistendo alla presentazione degli atleti di maggior spicco. Vedo dinanzi a me il pendio iniziale ed allo sparo parto con poca baldanza conscio di cosa m'attende in cima. Malgrado ciò fatico ad avanzare e sfrutto i tratti in discesa per recuperare. Transito nell'Arena accolto come tutti dall'incitamento degli spettatori e ritorno al punto di partenza ripercorrendo l'erta iniziale. Cammino tre volte prima d'entrare nel bosco , ritenendo inutile soffrire oltre il dovuto e concludo discretamente i quasi 10 km previsti. Indosso il gilet windstopper , guanti e parto per la pedalata sentendo alcune gocce scendere....
"Dai saranno due gocce passeggere..", ed infatti sino ai piedi del celeberrimo Bodenberg il cielo rimane coperto senza avvisaglie di quel che verrà di lì a poco. Uno scroscio d'acqua ci accompagnerà per tutta l'ascesa, la discesa ed il successivo tratto piuttosto veloce.
Il raffreddamento corporeo causato dalla pioggia è stato repentino, le mani congelate, intorpidite  e dovevo sbatterle staccandole dal manubrio per muovere la circolazione sanguigna delle dita. Maledizione !!!
Avanti di questo passo non sarei riuscito a concludere la prova e fortunatamente il maltempo è cessato lasciando come strascico la punta dei piedi freddi e una perdita di concentrazione.
D'altronde resco a malapena a sopportare fisicamente queste condizioni atmosferiche, tipiche di queste latitudini ,con la muscolatura incapace di rendere come dovrebbe.
Stanco durante l'ultima tornata, sfrutto l'intero pacco pignoni nelle tre salite presenti e rientro nell'Arena per la seconda transizione, pronto a salire sulla giostra.
E' risaputo quanto sia impervio doversi sorbire il dislivello presente nella terza frazione. Personalmente l'unica tattica efficace per chi ,come il sottoscritto, è privo d'una preparazione specifica è alternare corsa e cammino altrimenti si rischia la deflagrazione fisica.
Bello incrociarsi coi vari amici italiani e darsi un "cinque" oppure incoraggiarsi a vicenda. L'assenza contemporanea di Mauro e Andrea mi porta a pensare ad un loro abbandono anticipato. E così sarà purtroppo...
Finalmente con immenso piacere scorgo la sagoma del Franchino mentre sto camminando in salita e ci scappa una risata quando l'amico sottolinea la mia veloce andatura :)
Sarò ripetitivo come ogni anno nel raccontare quanto sia appagante ridiscendere dal bosco verso il tratto asfaltato, al termine del quale vi è l'ingresso nella magica Arena.
Si percorre tutto il perimetro interno , la gente sugli spalti applaude, tu godi nel calpestare l'erba del prato e vorresti questo momento fosse interminabile.
Invece gioisci nel varcare la finish line, ricevi i complimenti e la stretta di mano del Presidente Ruf , la medaglia al collo e poi fuoriesce la stanchezza.
Fortuna vuole che gli spogliatoi siano ubicati nelle vicinanze, in modo tale da consentire l'immediata e salutare doccia. Segue massaggio teoricamente defaticante ed inaspettata sofferenza causata dalla mano leggermente pesante dell'operatore.
Mangio un piatto di pasta , poi esco pensando all'imminente arrivo del Franchino ma sono preoccupato perchè tarda a farsi vivo. Chiedo lumi ai cronometristi e scopro sia transitato al controllo posto a soli 2,5 dalla fine. Rimango sulla tribuna quasi deserta per tributargli il doveroso omaggio al termine di un lungo sforzo contraddistinto da qualche defaillance fisica durante i 30 km finali.
Onore a lui ed a tutti quanti hanno provato a sfidare i propri limiti. Una pacca sulla spalla a chi, per svariati motivi, ha dovuto rinunciare anzitempo.
Il giorno seguente disavventura meccanica con l'auto di Franchino in panne a pochi chilometri dall'entrata del tunnel del San Gottardo e ricovero del mezzo in una garade a Wassen piccola cittadina a 916 mt d'altitudine. Cambio della pompa dell'acqua ed attesa di 6 ore con tanto di controllo documenti da parte della polizia svizzera insospettita dalla presenza di due sconosciuti girovaghi senza meta  :D
Questa mi mancava...

God bless you !!!