lunedì 24 gennaio 2011

Montefortiana

              foto A. Rossi
L'arrivo


Esordio con la canotta ufficiale del mio nuovo gruppo podistico Valdalpone de Megni nell'evento clou della stagione per il sodalizio veronese , la Montefortiana.
Una kermesse podistica ai confini della realtà perchè genera un movimento impressionante a livello di numeri ,di un certo spessore se si considera che nel tracciato sul quale si snoda la "non competitiva" vi sono più di 15.000 persone.....
Per quanto mi riguarda l'unico desiderio era quello d'incontrare gli amici veronesi capeggati dall'instancabile Giovanni Pressi organizzatore della manifestazione e perennemente sotto stress per gestire in modo impeccabile la complessa logistica della stessa. Mattinata particolarmente fredda ma soleggiata cosa che favorirà nel corso della prova l'innalzamento della temperatura e renderà la fatica più gradevole. Sapevo della mia scarsa forma fisica e del polpaccio destro un po' contratto e da tener sott'occhio soprattutto in questa mezza dove il tracciato è particolarmente impegnativo. Dopo 4 km senza particolari difficoltà la strada sino ai 9,5 km presenta strappi degni di nota e quindi inadatti se si hanno le gambe imballate da una serie ravvicinata di gare. Muscolarmente impegnativa anche la successiva discesa che mette a dura prova i quadricipiti quindi ho ritenuto opportuno non strafare perchè timoroso di procurarmi uno stiramento al polpaccio. Ho tenuto un ritmo dignitoso negli ultimi 6 km finali dopo il passaggio nel caratteristico borgo mediovale di Soave ammirando il bel castello che lo domina dall'alto. Arrivo contento d'aver terminato la prova senza noie muscolari ,  immortalato dagli scatti fotografici del sempre presente Antonio Rossi .
Doccia calda e mentre lascio borsa e pacco gara nel tendone ritrovo Giovanna, sorella di Giovanni, la quale m'invita a raggiungere la sede sociale per il pranzo. Seduti a tavola noto gli atleti di livello internazionale che si sfideranno nella gara pomeridiana di 10 km all'interno del centro abitato di Monteforte d'Alpone e pochi minuti dopo arriva anche Stefano Baldini presigioso testimonial della manifestazione.
Abbraccio Mary, moglie di Giovanni , Alessandro ed Arianna indaffarati a cucinare, mi metto a capotavola ed ahimè la fame viene ampiamente saziata dal ricco buffet e da una discretà quantità di torta accompagnata da un Recioto di qualità!
Sazio ma felice ringrazio gli amici sopraccitati per la colorosa accoglienza ed il ricco pasto e ritornato al tendone per riprendere la borsa riesco a salutare Giovanni indaffarato nelle premiazioni della maratonina.
E' giunto il momento di riprendere la strada di casa e credo sia doveroso ringraziare, a nome di tutti gli appassionati podisti presenti ieri a Monteforte, Giovanni & Company per averci dato l'opportunità  di godere di un'altra significativa giornata di sport vero.

God bless you !

martedì 18 gennaio 2011

Ulisse al mio confronto ......

....s'è fatto una passeggiata nella sua Odissea.......
Esagerato ? Forse lamentarsi potrebbe risultare eccessivo in quanto come si è soliti dire "c'è chi sta peggio" però uscire di casa alle 11.18 ed arrivare a destinazione alle 18.08 per coprire 300 km utilizzando la rete ferroviaria nazionale è comunque logorante a livello mentale.
Ecco di seguito il tragitto : 2 km in auto per giungere in stazione a Cernusco L. , quindi treno regionale per Milano Porta Garibaldi e successivo utlilizzo della metropolitana milanese per giungere in Stazione Centrale dove, saltellando qua e là per vincere il freddo umido, ho atteso un'ora circa prima di salire sul treno regionale ad alta velocità di "congelamento" per Bologna.
Utilizzo raramente le ferrovie dello stato perchè con l'introduzione dei treni ad alta velocità ,alias freccia rossa, è più conveniente spostarsi in auto risparmiando in denaro e, nel mio caso specifico, guadagnando in salute.
Nelle quasi tre ore di sofferenza, per i miei poveri piedi congelati , mi son tornati alla mente gli spostamenti per recarmi a scuola dove non di rado ci si lamentava dei convogli sporchi, col riscaldamento che nella stagione invernale spesso faceva le bizze. Son passati 30 anni ma non è cambiato nulla......:-O
Bella l'immagine del signore seduto nella fila accanto alla mia coi guanti :-)
Giunto a Bologna ritrovo un po' di tepore nella sala d'attesa della stazione, osservando la lapide dedicata alle vittime della strage dell'agosto 1980. Un'ora dopo risalgo sull'ultimo treno di giornata ansioso di raggiungere Bagnacavallo dove ad attendermi troverò l'amico Enrico organizzatore della gara podistica alla quale parteciperò il giorno seguente.
L'Ostello che m'ospiterà durante la notte è un antico convento ristrutturato, con ampi spazi , e  rimango positivamente impressionato dalla struttura. Depositati i bagagli scendo all'entrata e, ironia della sorte, incontro l'amico "Mister Mac " Romeo, appena giunto in auto in compagnia di Paolo e Lucia, il quale dice d'avermi telefonato per sapere se fossi iscritto alla gara in modo tale da poter condividere il viaggio .
Ed io, che non ho mai ricevuto la sua chiamata, mi sto automaledendo per aver trascorso svariate ore in treno mangiando freddo alla stregua d'un pinguino :-O
Bella l'idea d'Enrico d'organizzare una cena pre gara ed al ristorante è stato piacevole rivedere l'effervescente "discepola" Alina col futuro marito Franco e formare un divertente gruppetto con Romeo, Paolo e Lucia. Tutti quanti erano all'esordio nell'ultramaratona ma quest'ultima visibilmente preoccupata di ritrovarsi l'indomani sola nelle retrovie, quindi mi son sentito in dovere di buttarla sul ridere per allentare la tensione, spiegandole che il mondo delle lunghe distanze è una grande famiglia e qualche angelo custode col quale condividere la fatica ci sarebbe stato.
Ovviamente l'appetito non mi mi ha fatto difetto e dopo una pizza ho sfruttato la vicinanza e la sazietà d'Alina per evitare che metà della sua "ortolana" finisse tra i rifiuti del ristorante offrendomi come volontario per finirla :-)
Per completare la cena ordino un pello di pollo ai ferri e delle verdure alla griglia, scelta rivelatasi infelice perchè entrambi i piatti non hanno raggiunto la sufficienza "culinaria". Enrico ordina il rompete le righe e ritornato in camera  faccio la conoscenza di Danilo ed Alessandro mentre pochi minuti dopo ci raggiunge l'amico Francesco, atleta facente parte della nazionale italiana della 100km. Costui è uno dei papabili vincitori della Maratona della Pace una prova a circuito che l'indomani ci svolgerà sull'argine del fiume Lamone per un totale di 48 km.
Sveglia alle ore 6.40, non avverto il desiderio di fare la tradizionale colazione, indi per cui mastico svogliatamente due barrette, poi scendo a bere un caffè che più lungo non si può. Risalito in camera, preparo la borsa e con Francesco ci rechiamo in località Traversara dove, all'interno di un bar, vi è la distribuzione dei pettorali. L'indesiderata nebbia evita di farci visita ma l'umidità dell'aria è in ogni caso elevata e l'avverto con fastidio. Solite foto di rito prima della partenza, si respira un piacevole clima di rilassatezza e d'amicizia ma dobbiamo pur sempre correre quindi alle ore 9 lo sparo ci segnala la fine dei "cazzeggi" e l'inizio della prova.
Sin dall'inizio m'accorgo di come il fondo, sterrato e sconnesso, a lungo andare influirà in maniera significativa sulla muscolatura delle gambe ed in particolar modo sulla mia sinistra già di per sè non in condizioni ottimali.
I primi giri scorrono in buona compagnia poi il gruppo si sfalda, ognuno tiene il proprio ritmo e per tre dei cinque giri  chiacchiero amabilmente con un atleta pesarese.
All'inizio del penultimo giro comincio ad avvertire fastidio sotto l'alluce sinistro, percepisco si tratti di una vescica e con l'avvento dell'inevitabile stanchezza fisica il morale subisce una caduta verticale. La gamba mi procura solo un leggero fastidio che rimarrà tale sino al termine della gara ma l'ultima tornata è un supplizio perchè mi ritrovo svuotato d'energie, svogliato ed in preda ad una cocente crisi psicologica. Ai due ristori bevo e cammino per rilassare la mente, vorrei aver lo striscione d'arrivo dinanzi a me e nemmeno quando vedo lo sterrato finire ho il classico sussulto di gioia di chi avverte l'approssimarsi del traguardo
Al termine del ponte che congiunge i due argini è collocato l'arrivo ed è un enorme piacere ricevere la medaglia dall'amico Massimo Lusardi col quale ho condiviso qualche IM. Questa gradita sorpresa riesce a strapparmi un timido sorriso perchè fisicamente sono uno zombie alla ricerca della propria identità perduta :-)
Raggiungo il bar dove ho depositato la borsa e da lì gli spogliatoi dove occorre far attenzione nel lavarsi perchè le docce sono "ustionanti" e sprovviste di rubinetto dell'acqua fredda. Ripreso vigore inizio il solito ripristino del glicogeno muscolare post competizione e vi lascio immaginare la quantità di cibarie inglobate ...:-O
Ritorno nei pressi del traguardo per attendere l'arrivo di Lucia , la quale giunge stanca, ma soddisfatta , festeggiata da Paolo e dal sottoscritto ed ha l'onore di ricevere il bacio e la medaglia al collo dall'amico friulano Ivan Cudin, vincitore dell'ultima edizione della Spartathlon.
Devo immensamente ringraziare Paolo per avermi riportato al paesello risparmiandomi un rientro infernale ed ovviamente gli altri due componenti l'equipaggio, Romeo e Lucia, coi quali è stato spassoso ripercorrere ed ironizzare su tutto quanto accaduto nel w.e. romagnolo.
Come sempre un abbraccio agli amici incontrati ma  in particolar modo ad Enrico Vedilei capace d'organizzare un evento che non presenta i connotati della classica competizione, ma un singolare modo di ritrovarsi a correre sia per gli aficionados delle ultra che per chi desidera abbattere il muro dei 42,195 km e provare nuove esperienze future.

God bless you !!!

venerdì 7 gennaio 2011

Mi hanno abbandonato.....

foto A. Rossi
pachiderma in action :-)
Foto De Giorgi
con l'amico Andrea Piazzalunga pochi km dopo la pertenza

....ma non potevo biasimarle perchè a loro ho richiesto uno sforzo piuttosto oneroso ed a metà gara non gliela facevano più.....
Sto parlando delle mie ipersollecitate gambe costrette, senza poter esprimere la loro opinione in merito, a lavorare alacremente per due maratone corse nell'arco di sei giorni una dall'altra.  Dopo quella di S.Silvestro mi ero prefissato di verificare l'annoso problema al bicipite femorale della coscia sinistra e decidere se tentare il "double" partecipando, nella ridente località Roncola di Treviolo (BG), alla Maratona sul Brembo.
Dopo qualche giorno di nuoto, nel tentativo di rilassare la muscolatura, ed un massaggio dall'amico Maurizio ho confermato la mia presenza alla prova, pur rendendomi conto delle difficoltà che avrei incontrato nella seconda parte di gara quando sarebbe affiorato l'inevitabile accumulo di stanchezza.
Novità di quest'anno, all'interno della manifestazione, anche una mezza maratona che ha contribuito a dimezzare i giri al Parco Callioni per coloro i quali si cimentavano sulla doppia distanza. Morale della favola, tutti i partecipanti alle due competizioni avrebbero affrontato lo stesso percorso sino alla mezza poi cambio di direzione e discesa verso l'anello del sopraccitato parco per i maratoneti.
Col nuovo anno ho cambiato casacca in entrambe le discipline sportive da me praticate e podisticamente parlando mi son accasato nel gruppo veronese Valdalpone de Megni capitanato dall'amico Giovanni Pressi abile organizzatore della rinomata Montefortiana un vero festival del podismo che avrà luogo il 23 gennaio.
La prima maratona italiana è un classico, direi una celebrazione d'inizio anno sportivo e le facce son sempre le stesse ma ieri l'atmosfera era più movimentata grazie al corposo numero d'atleti al via.
Partenza situata in alto, non più al Parco Callioni e son incuriosito di verificare il percorso della mezza a tal punto da lasciarmi  trasportare dall'entusiasmo, ringalluzzito dal non sentire dolore alla gamba. Solo un leggero fastidio che m'accompagnerà per tutti i 42 km ma poi avrò altro a cui pensare se si parla di dolore muscolare.....
Infatti viaggio a ritmo spedito ma già prima del 20° km s'accende la spia della riserva e la discesa nell'anello sarà come l'esser depositati in un girone infernale dantesco dove, a fuoco lento, brucerò l'energie residue rimaste in corpo prosciugato anche dal freddo umido. E' una lotta psicologica stressante con la mente che mi sta abbandonando al pari delle gambe.
"Dai Ame rallenta ,cammina che senso ha soffrire così per avanzare come un pachiderma appesantito ?", proponeva la mente supportata dalla sofferenza patita dai quadricipiti, ed io rispondevo "Si va bene facciamo al prossimo giro...". Alla fine mi son visto costretto a far tre soste al ristoto negli ultimi giri per dar sollievo al corpo e liberare la mente psicologicamente oppressa dalla fatica.
Ultimo giro, non mi par vero di lasciarmi alle spalle definitivamente ogni metro percorso e non li "spernacchio" per mancanza di fiato :-), ma poi soffro mentre arranco nel tratto in falsopiano leggermente in salita. Curva a destra,odo la solita voce dello speaker Fabio Rossi e calpesto con immensa gioia il tappeto azzurro che mi condurrà al termine della mia personale agonia sportiva.
Nessun sorriso sulle labbra, come sono solito fare, ma tanta soddisfazione per avercela fatta !
Ripresa conoscenza, ritiro la borsa al deposito, mi risveglio i sensi con una doccia calda seguita da un massaggio ristoratore per le mie gambe e poi eccomi seduto nella baita degli Alpini per riscaldarmi col loro gustoso minestrone.
Saluti e baci ai numerosi maratoneti ed amici incontrati, poi il befano col papillon riprende la via di casa...:-)

God bless you !!!

domenica 2 gennaio 2011

All'ultimo......ce l'ho fatta !

CiroAme cioè due emeriti pirla con Loredana :-)

Eleganza podistica di fine anno :-)

Eh sì perchè appesantito dai tanti dolci consumati durante il periodo natalizio ed innervosito dal problema muscolare al bicipite femorale, indesiderato compagno dalla maratona di Reggio Emilia, non ero psicologicamente voglioso d'affrontare il classico appuntamento di fine anno a Calderara di Reno (BO).
La Maratona di S.Silvestro mi fornisce l'opportunità di concludere in bellezza l'anno podistico e sportivo  ritrovando amici podisti e non, come la coppia bolognese che gentilmente mi ha ospitato.
Di chi parlo? del mitico Federico "Gira" Girasole il più grande Ironman italiano il quale due anni fa, dopo essersi aggiudicato il titolo italiano all'Isola d'Elba, ha appeso al chiodo bici, scarpe, occhialini per tramandare la sua esperienza ai componenti della nazionale italiana di lungo, nonchè della sua compagna Silvia forte nuotatrice master.
Quando due anni or sono fui ospite dell'amico bolognese andammo a trovare in ospedale Silvia ormai prossima a partorire due gemelle Agnese ed Alice che ho rivisto giovedì pomeriggio sgambettare e dar filo da torcere a mamma e papà  :-)
Due peperine dal dolce sorriso, capaci di rendere elettrizzante l'atmosfera ed anche durante la cena pre maratona, alla quale si sono aggiunti il Mazzo e la Monica,  ci siam divertiti nel vederle sempre in movimento, praticamente un moto perpetuo .....
Menù serale composto da una pizza , un dolce di pasta sfoglia ripieno di crema pasticcera, che definire squisito è riduttivo, ed infatti ogni qualvolta Monica mi domandava "Ame ne vuoi un'altra fetta? non osavo dirle di no. I commensali mi conoscono da tempo e non si sono stupiti riguardo la mia naturale predisposizione per le dolci prelibatezze.... :-)
Dopo questo carico glucidico durato più di una settimana con un mix ad alto indice glicemico è stata dura alzarsi l'indomani con l'idea di dover affrontare una maratona, conscio che avrei potuto fermarmi allorchè il problema muscolare si fosse ripresentato con vigore. Prima d'uscire, il padrone di casa estrae da un armadio il berretto della Odlo utilizzato dalla nazionale norvegese di fondo e biathlon e quando vede i miei occhi illuminarsi me lo porge dicendomi "tieni Ame consideralo come se fosse il mio regalo di Natale" ed io, felice come un bambino, rispondo " Grazie mille l'utilizzerò in gara ! ".
Salutato il Gira , salgo in auto e mi dirigo a Calderara di Reno, distante solo 7 km dalla dimora di quest'ultimo, ed è bello poter godere di un parcheggio a 100 metri dal palazzetto, fulcro di tutta la manifestazione dove potersi cambiare e scambiare due chiacchiere con gli amici. A dire il vero l'ambiente non è ben riscaldato e dello stesso parere è il Mazzo, il quale affronterà la seconda frazione della sua staffetta, allora c'infiliamo negli spogliatoi, mi spalmo la crema riscaldante ed indosso gli indumenti per la gara con tanto di papillon giallo.
Consegnata la borsa al deposito custodito esco dal palazzetto e corricchio per scaldarmi, poi mi dirigo con tutti i partecipanti sulla linea di partenza pronto a sorbirmi i 12 giri di 3.520 metri ciascuno.......
Ore 9.30 scorgo l'amica Erika e mentre la saluto ecco il colpo di pistola che sancisce il via della prova. Resetto la mente perchè le maratone in circuito devono essere vissute senza pensare troppo alla noia del multilap, ed in questa occasione anche al paesaggio tutt'altro che ameno.
Il percorso è la fotocopia di quello dell'edizione precedente con un tratto iniziale pianeggiante di  500 metri seguito da un falsopiano lungo poco più di 2 km e leggermente in salita, poi si scende per ritornare alla zona d'arrivo. Col passare dei giri ho mal digerito la parte più ostica anche per la comparsa indesiderata di una brezza fredda e contraria al senso di marcia ed in solitaria proseguo nel mio girovagare tra i capannani della zona industriale salutando gli amici Antonio Rossi e Denise Quintieri instancabili nell'immortalare i partecipanti con innumerevoli scatti fotografici. Encomiabili come sempre !
Il fastidio muscolare rimane tale e non si trasforma in dolore per dieci giri ma la cuccagna finisce all'inizio del penultimo giro quando avverto un leggero dolore abbinato all'inevitabile stanchezza e questo connubio si rivela letale per il morale contribuendo in maniera decisiva a farmi diminuire l'andatura.
Non riesco a reagire alla defaillance fisica, forse perchè felice e consapevole d'avercela fatta, e nell'ultimo giro mollo le redini  lasciandomi trasportare dalle gambe con la mente staccata ed in sciopero contro la sofferenza. Finisce il falsopiano, svolto a destra sulla pedonabile alla fine della quale vi è il cartello del 3° km, mi sembra così lontano e son ansioso di raggiungerlo perchè da lì sino al traguardo la strada è in leggera discesa ed il paradiso molto vicino :-)
Mezzo km. cosa vuoi che sia dai Ame ! Quando la voglia di soffrire scende ai livelli minimi ogni metro corso è irritante, ma l'udire lo speaker Fabio Rossi e la scritta Arrivo rivitalizza il mio umore ed è sempre gioia allo stato puro terminare una maratona.
Ricevo, in stato confusionale, i complimenti del Mazzo lo ringrazio per il supporto morale e mi dirigo "bradipamente" nel palazzetto per farmi una doccia calda. Inizialmente sbaglio spogliatoio poi un addetto dell'organizzazione mi fa presente che le docce sono nella struttura adiacente ed è un piacere immenso lasciarsi riscaldare dopo aver dovuto subire il freddo e l'umidità per quasi tre ore....
L'atmosfera che si respira prima e dopo la maratona di S.Silvestro rispecchia il mio modo d'intendere lo sport dove il rapporto umano è molto curato avendo la possibilità di star seduti a tavola durante il pasta party e condividere momenti con persone conosciute oppure conoscerne di nuove.

It's time to go home ! quindi, salutati gli amici e concluso degnamente l'anno sportivo, si fa ritorno sotto la Torre meratese con la speranza di poter essere presente alla prima maratona dell'anno alla Roncola di Treviolo.
Un immenso ringraziamento al Gira ed alla Silvia per l'accoglienza ed ospitalità ,come sempre speciali e tali da farmi sentire a mio agio. Un bacio alle gemelline Agnese ed Alice :-*

God bless you !!!