martedì 18 gennaio 2011

Ulisse al mio confronto ......

....s'è fatto una passeggiata nella sua Odissea.......
Esagerato ? Forse lamentarsi potrebbe risultare eccessivo in quanto come si è soliti dire "c'è chi sta peggio" però uscire di casa alle 11.18 ed arrivare a destinazione alle 18.08 per coprire 300 km utilizzando la rete ferroviaria nazionale è comunque logorante a livello mentale.
Ecco di seguito il tragitto : 2 km in auto per giungere in stazione a Cernusco L. , quindi treno regionale per Milano Porta Garibaldi e successivo utlilizzo della metropolitana milanese per giungere in Stazione Centrale dove, saltellando qua e là per vincere il freddo umido, ho atteso un'ora circa prima di salire sul treno regionale ad alta velocità di "congelamento" per Bologna.
Utilizzo raramente le ferrovie dello stato perchè con l'introduzione dei treni ad alta velocità ,alias freccia rossa, è più conveniente spostarsi in auto risparmiando in denaro e, nel mio caso specifico, guadagnando in salute.
Nelle quasi tre ore di sofferenza, per i miei poveri piedi congelati , mi son tornati alla mente gli spostamenti per recarmi a scuola dove non di rado ci si lamentava dei convogli sporchi, col riscaldamento che nella stagione invernale spesso faceva le bizze. Son passati 30 anni ma non è cambiato nulla......:-O
Bella l'immagine del signore seduto nella fila accanto alla mia coi guanti :-)
Giunto a Bologna ritrovo un po' di tepore nella sala d'attesa della stazione, osservando la lapide dedicata alle vittime della strage dell'agosto 1980. Un'ora dopo risalgo sull'ultimo treno di giornata ansioso di raggiungere Bagnacavallo dove ad attendermi troverò l'amico Enrico organizzatore della gara podistica alla quale parteciperò il giorno seguente.
L'Ostello che m'ospiterà durante la notte è un antico convento ristrutturato, con ampi spazi , e  rimango positivamente impressionato dalla struttura. Depositati i bagagli scendo all'entrata e, ironia della sorte, incontro l'amico "Mister Mac " Romeo, appena giunto in auto in compagnia di Paolo e Lucia, il quale dice d'avermi telefonato per sapere se fossi iscritto alla gara in modo tale da poter condividere il viaggio .
Ed io, che non ho mai ricevuto la sua chiamata, mi sto automaledendo per aver trascorso svariate ore in treno mangiando freddo alla stregua d'un pinguino :-O
Bella l'idea d'Enrico d'organizzare una cena pre gara ed al ristorante è stato piacevole rivedere l'effervescente "discepola" Alina col futuro marito Franco e formare un divertente gruppetto con Romeo, Paolo e Lucia. Tutti quanti erano all'esordio nell'ultramaratona ma quest'ultima visibilmente preoccupata di ritrovarsi l'indomani sola nelle retrovie, quindi mi son sentito in dovere di buttarla sul ridere per allentare la tensione, spiegandole che il mondo delle lunghe distanze è una grande famiglia e qualche angelo custode col quale condividere la fatica ci sarebbe stato.
Ovviamente l'appetito non mi mi ha fatto difetto e dopo una pizza ho sfruttato la vicinanza e la sazietà d'Alina per evitare che metà della sua "ortolana" finisse tra i rifiuti del ristorante offrendomi come volontario per finirla :-)
Per completare la cena ordino un pello di pollo ai ferri e delle verdure alla griglia, scelta rivelatasi infelice perchè entrambi i piatti non hanno raggiunto la sufficienza "culinaria". Enrico ordina il rompete le righe e ritornato in camera  faccio la conoscenza di Danilo ed Alessandro mentre pochi minuti dopo ci raggiunge l'amico Francesco, atleta facente parte della nazionale italiana della 100km. Costui è uno dei papabili vincitori della Maratona della Pace una prova a circuito che l'indomani ci svolgerà sull'argine del fiume Lamone per un totale di 48 km.
Sveglia alle ore 6.40, non avverto il desiderio di fare la tradizionale colazione, indi per cui mastico svogliatamente due barrette, poi scendo a bere un caffè che più lungo non si può. Risalito in camera, preparo la borsa e con Francesco ci rechiamo in località Traversara dove, all'interno di un bar, vi è la distribuzione dei pettorali. L'indesiderata nebbia evita di farci visita ma l'umidità dell'aria è in ogni caso elevata e l'avverto con fastidio. Solite foto di rito prima della partenza, si respira un piacevole clima di rilassatezza e d'amicizia ma dobbiamo pur sempre correre quindi alle ore 9 lo sparo ci segnala la fine dei "cazzeggi" e l'inizio della prova.
Sin dall'inizio m'accorgo di come il fondo, sterrato e sconnesso, a lungo andare influirà in maniera significativa sulla muscolatura delle gambe ed in particolar modo sulla mia sinistra già di per sè non in condizioni ottimali.
I primi giri scorrono in buona compagnia poi il gruppo si sfalda, ognuno tiene il proprio ritmo e per tre dei cinque giri  chiacchiero amabilmente con un atleta pesarese.
All'inizio del penultimo giro comincio ad avvertire fastidio sotto l'alluce sinistro, percepisco si tratti di una vescica e con l'avvento dell'inevitabile stanchezza fisica il morale subisce una caduta verticale. La gamba mi procura solo un leggero fastidio che rimarrà tale sino al termine della gara ma l'ultima tornata è un supplizio perchè mi ritrovo svuotato d'energie, svogliato ed in preda ad una cocente crisi psicologica. Ai due ristori bevo e cammino per rilassare la mente, vorrei aver lo striscione d'arrivo dinanzi a me e nemmeno quando vedo lo sterrato finire ho il classico sussulto di gioia di chi avverte l'approssimarsi del traguardo
Al termine del ponte che congiunge i due argini è collocato l'arrivo ed è un enorme piacere ricevere la medaglia dall'amico Massimo Lusardi col quale ho condiviso qualche IM. Questa gradita sorpresa riesce a strapparmi un timido sorriso perchè fisicamente sono uno zombie alla ricerca della propria identità perduta :-)
Raggiungo il bar dove ho depositato la borsa e da lì gli spogliatoi dove occorre far attenzione nel lavarsi perchè le docce sono "ustionanti" e sprovviste di rubinetto dell'acqua fredda. Ripreso vigore inizio il solito ripristino del glicogeno muscolare post competizione e vi lascio immaginare la quantità di cibarie inglobate ...:-O
Ritorno nei pressi del traguardo per attendere l'arrivo di Lucia , la quale giunge stanca, ma soddisfatta , festeggiata da Paolo e dal sottoscritto ed ha l'onore di ricevere il bacio e la medaglia al collo dall'amico friulano Ivan Cudin, vincitore dell'ultima edizione della Spartathlon.
Devo immensamente ringraziare Paolo per avermi riportato al paesello risparmiandomi un rientro infernale ed ovviamente gli altri due componenti l'equipaggio, Romeo e Lucia, coi quali è stato spassoso ripercorrere ed ironizzare su tutto quanto accaduto nel w.e. romagnolo.
Come sempre un abbraccio agli amici incontrati ma  in particolar modo ad Enrico Vedilei capace d'organizzare un evento che non presenta i connotati della classica competizione, ma un singolare modo di ritrovarsi a correre sia per gli aficionados delle ultra che per chi desidera abbattere il muro dei 42,195 km e provare nuove esperienze future.

God bless you !!!

2 commenti:

alina ha detto...

certo ame che effervescente lo son troppo :)
ovvio l'organizzazione di Enrico non poteva che essere impeccabile

Unknown ha detto...

Amedeo, :)
Commuovi...,
Attraversare quel Ponte e ricevere i sorrisi di chi ti conforta fino all'arrivo,che come caratteristica comune a tutta la gara,non aveva la Verve della solita Competizione ma il Calore di chi con te vuole Vivere un'Emozione,è stato Unico.
Voto massimo,anche se il terreno era veramente Pesante.