martedì 2 settembre 2014

Polskaman e giro turistico......

piastra arrugginita ........
 Arrivo
la carina piazza nel centro di Wolsztyn

Sullo sfondo la Torre della Televisione
Porta di Brandeburgo by night

 dentro lo Stadio Olimpico 
Vista notturna di una delle due Torri del Ponte Carlo 
Cattedrale di San Vito
Lindau, città vecchia

Associare una gara vicino a qualcosa da visitare è stato il leit motiv estivo degli ultimi quattro anni. Dopo Budapest, ammirata lo scorso anno,un mio pallino da sempre era poter mettere piede in due famose capitali europee, Berlino e Praga , città decisamente attraenti per svariati motivi.
Quale competizione poteva conciliarsi con questo progetto vacanziero? Sfogliando il calendario degli Ironman fuori circuito WTC la scelta è caduta forzatamente sul Polskaman ed una volta trovato nell'allievo Roberto il compagno di viaggio ho dovuto pianificare le varie tappe e relativi pernottamenti.
Booking.com  è il sito che utilizzo per cercare sistemazioni alberghiere,con un buon rapporto qualità-prezzo, ed occorre fidarsi delle valutazioni ed impressioni di chi ha già soggiornato nelle strutture prescelte.
La tratta d'andata, con destinazione Wolsztyn, lunga 1200 km si è deciso di frazionarla con due soste, la prima poco prima di Norimberga, la seconda poco distante dal confine polacco.
Divertente ammirare in Baviera il Gasthof col tradizionale marchio di fabbrica, rappresentato dai soliti pensionati intenti a scolarsi un'infinita serie di birre medie come se fossero acqua naturale. Ci vuole un fisico bestiale, tanto per citare un brano tormentone del passato...
Accolti dalla possente "sciura" bavarese veniamo dirottati in un altro Gasthof lontano circa 2 km scortati da un tipo pittoresco di nome Heinz marcatamente teutonico nel suo approccio pseudo -militaresco. Essenziale e quadrato, senza fronzoli, ma cordiale ci mostra la nostra ampia stanza. Ottima, sia quest'ultima, che la colazione del mattino successivo e per fortuna avevamo l'amena cittadina di Anbach a 18 km altrimenti avremmo incontrato notevoli difficoltà riguardo la cena della sera precedente. Impensabile, almeno per noi due, consumare i pastrocchi tedeschi. Ci siamo accontentati di una pseudo-pizza, però la fame era tanta ed in questi casi si chiude uno occhio, anzi due direi :)
Lasciata la sempreverde Baviera coi suoi vasti prati ,che si perdono a vista d'occhio, la seconda tappa di trasferimento programmata era Bautzen, città dell'ex Germania dell'Est dove veniamo accolti da un'atmosfera veramente familiare. La signora proprietaria dell'appartamento è di una gentilezza infinita e rimaniamo stupefatti dalla grandezza dello stesso , notevolmente accessoriato soprattutto in cucina. 
"Nemmeno casa mia è così bella !" è la frase che sgorga spontanea alla vista di tutto ciò seguita da una risata d'entrambi :)
Unica nota stonata il meteo piovoso associato ad una temperatura autunnale, nonchè la diffidenza della popolazione locale poco propensa al dialogo ed a fornire informazioni al turista disorientato. Nessuna banca si degna di cambiare euro in zloty utili per le future spese polacche, allora non ci resta che affidarci ai celeberrimi Kantor durante una sosta nel trasferimento verso Wolsztyn. Provvidenziale è stato l'acquisto di una cartina del territorio polacco.
Indimenticabili quei 250 km , fermamente convinti di poter viaggiare, oltre al primo tratto autostradale, su strade a scorrimento veloce (segnalate in rosso sulla mappa) invece è stata la tratta più corta e sofferta dal punto di vista psicologico. Il culmine è stato raggiunto allorchè un poliziotto piazzatosi in mezzo alla carreggiata ci ha costretto a deviare in una strada secondaria. 
"Dai pensiamo positivo, avranno messo cartelli per riportarci sulla retta via ..." ho erroneamente esclamato ma poi cammin facendo ci siamo arrangiati trovando una via di fuga e la soluzione a questo inconveniente. Ma che stress !!!! E poi ci lamentiamo dell'Italia senza conoscere queste realtà....
Suggestivo attraversare minuscoli paesi ,composti da quattro case a tratti non interamente intonacate mentre transitando in piccole città era meno evidente la differenza col mondo occidentale. 
La nostra meta, Wolsztyn, si è rivelata una cittadina tranquilla ben curata e con un piccolo centro caratterizzato da una piazza all'interno della quale verrà posizionata la zona cambio del Polskaman. Full distance per il sottoscritto, Half per Roberto.
Non sempre le ciambelle riescono col buco ed infatti , la scelta del camping e del relativo chalet prenotato per il soggiorno, sono risultate infelici. Ricordo lo shock alla vista del tugurio dove avremmo dovuto dormire e possibilmente consumare i nostri pasti. La piastra elettrica aveva i due fuochi arrugginiti, i materassi a dir poco sudici ed immediatamente coperti con doppie lenzuola. Primo ostacolo da superare è stato scovare un modo per riuscire a portare ad ebollizione l'acqua per cuocere la pasta e subito si è compreso la scarsa potenza del fornello. Benedetto bolittore portato da casa capace di portare l'acqua ad un'alta temperatura e poi trasferimento della stessa nella pentola. In tal modo, seppur con tempi piuttosto dilatati, si riusciva a sopperire al problema riuscendo a cucinare un buon piatto di fusilli con tonno e sgombri.
E' un continuo sbirciare il meteo previsto per il giorno fatidico, le previsioni sono contrastanti, e l'unica certezza sarà la bassa temperatura dell'aria quando dovrò inforcare la bici. Si parla di 13-14 gradi quindi imperativo coprirsi per scongiurare possibili colpi di freddo causati dallo sbalzo termico.
Partenza in acqua ore 6 per il Full e 9 per l'Half,  ma Roberto condividerà la sveglia alle 3.30 e successivamente verrà gentilmente ad accompagnarmi in zona cambio. Il bike check-in della vigilia è rapidissimo considerata l'esigua presenza d'iscritti alla distanza Ironman. All'incirca 60 i partenti e decido di coprire solo la sella confidando nelle previsioni meteorologiche, le quali indicano nuvolosità senza pioggia. 
E difatti qualche ora dopo arriverà un bell'acquazzone tanto per smentirle.......
Nonostante lo scomodo giaciglio la nottata scorre tranquillamente a differenza del brusco risveglio procurato dalla sveglia dell'odiato,in questo caso,cellulare. Agghiacciande ! :-)
Sbircio fuori dal tugurio e noto un cielo nuvoloso, perciò rimarrà un rebus capire come s'evolverà la situazione. Fa freddo e durante il breve tragitto per raggiungere il centro di Wolsztyn il termometro dell'auto di Roberto segna 13 gradi. L'umidità dell'aria, a mio avviso, fa percepire una temperatura minore. 
Trasferimento, con una camm inata di 10 minuti, alla zona di partenza della frazione natatoria ed arrivati sulla spiaggetta sento qualche goccia cadere.Inizia a piovere con una certa intensità, ragion per cui, cerchiamo riparo sotto al chiosco del bar utile per indossare la muta e mantenere la temperatura corporea costante. L'umore ovviamente è pessimo e nel breve briefing prima dello start cerco di capire il posizionamento della prima boa. Un ragazzo indica come riferimento una spiaggia all'orizzonte però il mistero rimane intatto.
Partenza bagnata dentro e fuori il laghetto e come riferimento nessuna boa direzionale, solo un'isoletta e subito dopo avrebbe dovuto esserci la boa dove svoltare a sinistra. Da lì  ridiscendere nuovamente in direzione dell'isoletta , circumnavigarla e poi puntare il gonfiabile azzurro Decathlon posto sul molo che dal centro città conduce verso il lago. Un tragitto "leggermente" arzigogolato :-O
Passo la suddetta isoletta, alzo diverse volte la testa e mi chiedo se sono ancora assonnato perchè non si scorge nessuna boa. Morale della favola, la fatidica svolta era molto più in là di quanto credessi ed alla fine dell'interminabile nuotata mi sono reso conto della distanza fasulla. Erano sicuramente 4 km abbondanti :O
Esco frastornato, aiutato dai volontari a mettere piede sulla terraferma e corricchio con cautela il segmento di porfido sino all'imbocco della zona cambio. Classica transizione godereccia perchè occorre indossare il gilet windstopper (Santo sia l'inventore del tessuto antivento), i manicotti ed una fascia sottocasco.
Ha smesso di piovere ,l'asfalto è bagnato, l'anello da ripetere sei volte è privo d'asperità , devi sempre pedalare e presenta qualche falsopiano che diventano ostici nei tratti in cui il vento è contrario al senso di marcia. Col passare dei giri aumenta d'intensità, al contrario della condizione atletica pertanto ritengo opportuno diminuire la velocità per "schivare" implosioni e trovarsi a pedalare a fondo lento. Incrocio Roberto e lo vedo in gran forma.
Se il nuoto era sovrastimato la frazione ciclistica risulterà 5 km inferiore ai canonici 180 km e giunto alla seconda transizione rimane l'incognita di constatare, col passare dei chilometri, come reagirà il fisico alla stanchezza accumulata sin qui. Scevro da riferimenti cronometrici affronto con cautela i primi giri e procedo ad una discreta andatura, sennonchè s'accende la spia della riserva con largo anticipo e le gambe, di comune accordo con la testa, decidono di prendersela comoda. Quando vedo Roberto rallento e gli spiego la decisione presa, poichè oltre alla mancanza di condizione sto pensando alla settimana di ferie che verrà.
Un violento scroscio s'abbatte sulla corsa e rinfresca l'ambiente senza però risvegliare il torpore atletico in cui sono caduto nè la speranza di un'eventuale rinascita. All'inizio dell'ultima tornata raccolgo l'incitamento di Roberto e, sentendo il profumo del traguardo, cerco di limitare le camminate.
Ultima svolta a destra ed immissione nel parco, all'interno del quale è situato l'hotel più lussuoso della città e l'arrivo della prova.
Concludere un IM tralasciando l'aspetto cronometrico, insignificante per un amatore come il sottoscritto, è motivo di soddisfazione e godimento personali. Anche stavolta ho portato a spasso la spilla dell'Associazione Simone Grassi,  il fiocco rosa della Lilt e questo credo sia l'aspetto più significativo. 
Ottima performance dell'allievo Roberto presente al traguardo e col quale si è brindato alla buona riuscita della nostra avventura sportiva. 
Lunga attesa il giorno seguente per il posticipo, senza preavviso, delle premiazioni e partenza per Berlino, capitale federale della Germania. Saranno due giorni con una sostanziosa tabella di marcia e numerosi chilometri percorsi a piedi per visitare le cose più significative della città. La visita al Museo DDR è doverosa e ,seppure in maniera piuttosto turistica ad uso e consumo del turismo di massa, fornisce una quadro di com'era la vita del tedesco d'oltre cortina. Una vita di privazioni e sotto costante sorveglianza sembrerebbe il messaggio trasmesso al visitatore.
Attesa di oltre 3 ore per salire sulla Torre della Televisione , uno dei simboli della metropoli germanica, alta più di 300 metri con sosta a 203 raggiunti in 40 secondi. Suggestivo il  panorama ammirato, forse un po' caruccio il ticket ma a Berlino, per usare una frase fatta, si paga anche l'aria respirata :)
Altre irrinunciabili visite sono state : Porta di Brandeburgo , Reichtag, Alexander Platz, la Statua della Vittoria, il Muro poco lontano dal famoso Checkpoint Charlie, nome attribuito dagli Alleati occidentali al  punto di passaggio del Muro tra Berlino Est e Berlino Ovest durante la Guerra Fredda.
Nota positiva la moderna Stazione Centrale e la Metropolitana cittadina che vanta ben 10 linee. 
Prima di trasferirci a Praga visita allo Stadio Olimpico dove nel lontano 1936 il mitico Jesse Owens vinse quattro ori di fronte ad Adolf Hitler e l'Italia calcistica due Mondiali, uno nel 1936 e l'altro nel 2006 . Ora ci gioca l'Hertha Berlino.
Altri due piacevoli giorni trascorsi a Praga respirando un'aria diversa rispetto alla multietnica Berlino, in quanto la capitale boema trasuda storia di un'epoca più antica se si pensa che a suo tempo fu Capitale del Sacro Romano Impero. 
Non vorrei dilungarmi troppo e cito come monumenti interessanti d'ammirare il Ponte Carlo con ai lati le due Torri, la Città Vecchia ed il Municipio caratterizzato dalla Torre con l'orologio astronomico, il Castello di Praga con la maestosa Cattedrale di San Vito
Lasciata la capitale Ceca con l'intenzione di spezzare il viaggio abbiamo pernottato sopra il Lago di Costanza e la mattina seguente, rimessi per l'ultima volta i panni del turista, siamo scesi a Friedichshafen e Lindau. Di quest'ultima avevo visto numerose foto del centro storico ubicato su un'isola collegata alla terraferma tramite un ponte stradale e ferroviario. Malgrado temperature autunnali siamo rimasti positivamente colpiti dalla sua bellezza.
Germania , Austria e Svizzera e rientro in patria al termine di un lungo tour con all'attivo 2931 km. percorsi.
Ringrazio l'allievo Roberto per averlo condiviso in mia compagnia :)

God bless you !!!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio andare in pensione anch'io, ma solo in Baviera! W la birra!

Ame ha detto...

Viva la Radler !!!!! :D

Kaizen ha detto...

quando andro' in pensione riprendero' a bere birra ,solo solo Bavarese, chiara e a litri...e li vi stacchero' entrambe ..