Tutta la settimana ho visionato il meteo o per meglio dire alla svizzera la meteo sperando di non dover affrontare di nuovo l'odissea della scorsa edizione allorché sono giunto al traguardo con la sola forza della disperazione in preda ad una crisi d'ipotermia cronica in virtù del freddo accumulato durante tutto l'arco della gara. Purtroppo anche quest'anno le previsioni indicavano un'area d'instabilità al di là delle alpi e a malincuore dovevo prepararmi psicologicamente a soffrire nuovamente per combattere due nemici:il clima avverso e il percorso di gara.
La trasferta elvetica nel mio caratteristico stile "mordi e fuggi" prevedeva la partenza il giorno antecedente la competizione e il ritorno al termine della stessa. Il viaggio è volato piacevolmente ascoltando dell'ottima musica e sostando solo un quarto d'ora per l'accesso al tunnel del San Gottardo con l'inedita sorpresa di un cielo terso e di un sole splendente. Anche al mio arrivo a Zofingen le condizioni atmosferiche erano ottime tanto che per un attimo ho dubitato della celebrata precisione svizzera. Dopo aver depositato i bagagli nel tradizionale albergo a Kungoldingen dove l'inglese per volontà divina viene bandito, ritiro il pettorale e ritrovo con piacere l'amico spagnolo David Colchero duatleta elite molto simpatico che mi aggiorna riguardo il nuovo percorso ciclistico a suo dire più impegnativo del precedente.
Ovviamente la cosa non può farmi piacere considerando la mia scarsa affinità laddove la strada assume le sembianze di un cavalcavia ma questa è la giusta nemesi per la mia totale assenza d'allenamento in salita. In compagnia del suddetto spagnolo mi reco al briefing e con immensa gioia incontro dopo qualche anno il grande Alberto Puerini duatleta eccezionale capace di collezionare ottimi risultati qui a Zofingen. Costui è a capo di una divertente combriccola marchigiana della quale fanno parte il fratello Andrea, Novello che si cimenterà nella short distance e la punta di diamante Paolo preparato ad hoc per questo appuntamento con la speranza di primeggiare nella sua categoria d'età.
Costoro hanno già visionato il percorso ciclistico ed Alberto mi conferma l'impressione di David riguardante l'accentuata nervosità altimetrica rispetto a quello passato. Dopo una breve visita agli scarsi stands con la truppa marchigiana troviamo il re del duathlon Benny Van Steelant persona molto timida ma disponibilie e pertanto cogliamo l'occasione di scattare una foto in sua compagnia. A due passi da noi sento il richiamo dell' Armando Scolari che è accompagnato dalla simpatica consorte Piera dal fido Chicco Mascherpa e dal Marco Aiolfi mio compagno di sventura l'anno scorso durante l'indimenticabile odissea nelle acque elbane in occasione dell'Elbaman. Ovviamente ci scappa ancora un'altro scatto fotografico per immortalare l'incontro.
Come da tradizione il sottoscritto amante delle specialità dolciare di queste lande si reca in pasticceria e in un battibaleno divora due sfoglie ripiene di un magico miscuglio contenente anche frutta secca.
Riguardo conferme la mia voracità citofonare Giampaolo Gualla dopo il mio show a Francoforte... Nel frattempo il cielo diventa sempre più minaccioso ma all'orizzonte spunta l'ennesimo incontro con l'originale Guido Cassina in compagnia della splendida ragazza Laura forte skyrunner alla quale rivolgo un sincero in bocca al lupo per i mondiali che si disputeranno ad Andora il prossimo fine settimana e alla quale parteciperà dopo aver trascorso un mese molto prolifico a livello di preparazione fisica in quel di St. Moritz. Anche il buon Guido l'ha per un breve periodo di tempo accompagnata in altura e i frutti di questo soggiorno li raccoglierà in questa gara con una prestazione da favola. Bravo Guido!!!
La cena del sabato sera ultima tappa del famoso carbo load che per lo scrivente dura tutto l'anno, si svolge all'interno del camper affittato dall'Alberto e dai suoi seguaci e il piatto forte del menu sono gli spaghetti olio e grana. All'esterno Giove Pluvio ci ricorda la sua presenza e le nostre speranze di gareggiare all'asciutto s'affievoliscono sempre di più. Ringrazio l'amabile compagnia e faccio ritorno in albergo per preparare l'abbigliamento che indosserò in gara ma sono terribilmente perplesso sul da farsi per cui porterò tutto in zona cambio e deciderò al momento cosa utilizzare. In queste situazioni sono come un principiante allo sbaraglio e la mia proverbiale metodicità scompare per lasciare spazio all'incertezza.
Il giorno X è arrivato e dopo aver ricaricato la macchina con i bagagli eccomi in un parcheggio poco distante la zona cambio a rimontare la mia bike mentre osservo con sfiducia il cielo carico di sadici e minacciosi nuvoloni neri in attesa di scaricare il loro nefasto contenuto. Non appena ha inizio la prova sulla corta distanza ecco che l'acquazzone fa la sua comparsa e mi ritrovo con il gruppo italico sotto una pensilina in attesa della partenza. Scherzando con l'Armando gli chiedo se non sarebbe il caso di fare la frazione ciclistica con la muta e lui con una fragorosa risata appoggia la mia singolare proposta. Il fatidico start avviene alle 9.02 e subito la prima salita che conduce nel bosco avverte i quadricipiti che lo spettacolo è cominciato per cui come dice il buon Michele Brustia quando posta nel forum, testa bassa e menare. Il mio pensiero è di gestire accuratamente l'energie ma al secondo passaggio sulla sopraccitata erta le gambe sono, per usare un termine caro all'amico Scotti, ghisate e i continui saliscendi non le rilassano di certo.
Seppur in difficoltà mentre corro penso a cosa indosserò per la seguente pedalata che i premurosi organizzatori hanno ben pensato d'allungare di nove km. e decido di togliere la maglia usata per la corsa e di partire con capi asciutti. Come previsto entrato in zona cambio noto che la rapidità nel vestirsi è simile a quella riscontrata durante le mie "Ironapparizioni" mentre resta immutata la mia lentezza. Parto bramoso di confrontarmi con il nuovo percorso ciclistico e subito dopo pochi minuti eccola la prima asperità di giornata che però supero in agilità con il pensiero alla successiva discesa descritta nel corso del briefing come pericolosa.
Premetto per chi non lo sapesse che l'Ironmerd in discesa è come un pesce fuor d'acqua per cui alla sola vista di un manto stradale bagnato riduce di molto l'andatura con il risultato d'essere sopravanzato da numerosi concorrenti. In effetti la discesa ,anche a causa di un asfalto malridotto, dev'essere affrontata con la giusta dose di prudenza ma il bello deve ancora venire perchè prima della seconda ascensione si affronta un lungo falsopiano con un fastidioso vento contrario che non ti permette di rilassarti e quando affronto i cosiddetti "mangia e bevi" che conducono alla salita vera e propria avverto già i primi segni di stanchezza. Finalmente arrivo in cima ma il diluvio rende impervia anche la discesa con il timore di scivolare e compromettere il tutto. Non resta che visionare l'ultima salita per avere una panoramica completa di questo novello circuito e dopo averla completata posso confermare le sensazioni degli altri atleti che lo avevano visionato nei giorni precedenti: è decisamente più impegnativo.
Volevo resistere all'intemperie ma ai primi segnali di brividi stanco di prendere acqua decido di fermarmi e indossare il k-way che mi ero portato appresso. E qui casca l'asino non solo in senso figurato perchè come uno sbadato mentre accosto a bordo strada urto il marciapiede in porfido, cado e sbatto violentemente la coscia destra. Il dolore è forte ma il primo pensiero lo rivolgo alla bicicletta con la speranza che i cambi sistemati in cima all'appendice in carbonio siano intatti.
Raddrizzo il manubrio mi cambio affannosamente e riparto demoralizzato, sofferente e con il timore di non riuscire a concludere la gara.
Affronto gli ultimi due giri autoconvincendomi che è solo una botta e sebbene sia alla frutta tengo le ultime energie per cercare d'arrivare in zona cambio per poi camminare i 30 km. finali.
Durante una sosta per impellenti bisogni fisiologici alzo i fuseau fino all'anca e con mio grande dispiacere noto la coscia piuttosto gonfia rendendomi ancora più titubante riguardo la possibilità d'arrivare al traguardo.
Oltretutto il cambio fa le bizze e non riesco più ad inserire il 25 mentre il 23 a fatica riesce a rimanere nella sua sede cosicché le ultime salite sono un calvario. Quando vedo il cartello Zofingen tiro un sospiro di sollievo ma sganciati i pedali dalla bici zoppico per raggiungere la mia postazione che si trova vicino allo speaker Konrad forte triatleta conosciuto l'anno scorso alla prima edizione del Bodensee Tri-Challenge dov'era giunto 3° assoluto. Costui mi saluta e vedendomi claudicante mi domanda il perchè e una volta visionata la mia coscia insiste perchè io faccia visita al medico. Col senno di poi se mi fossi fermato non sarei più ripartito e allora rimetto le scarpe da running ,mentre Konrad probabilmente informa la platea presente nell'arena del mio guaio fisico tanto che vengo sostenuto da un'inaspettata ovazione . Questa volta i brividi percepiti non sono causati dal freddo......
Cerco di farmi coraggio e alterno corsa e cammino soffrendo nei tratti in discesa dove l'impatto con il terreno acuisce il dolore, ma sempre più fiducioso di concretizzare il sogno che fino a qualche ora prima era una chimera. Ultima discesa nel bosco poi il pezzo asfaltato e finalmente il rettilineo finale nell'arena accolto da una folla entusiasta che dedica il giusto tributo a tutti i partecipanti. D'incanto il dolore lascia spazio alla felicità per un'altra travagliata ma come al solito gratificante avventura.
Alla prossima
saluti dall'Ironmerd
In coda come al solito i ringraziamenti di rito.
- Alla compagine marchigiana per la simpatia e l'affetto mostrato nei miei confronti ma soprattutto per le grosse prestazioni dei singoli. Da sottolineare il primo posto di categoria di Paolo arrivato anche nei top 20 e dell'inossidabile coppia dei fratelli Puerini. Per Novello attendo la partecipazione al lungo l'anno prossimo.
- A Guido per la grandiosa gara e alla fidanzata per il supporto morale
- A Vallini Sandro per aver coronato il suo sogno di diventare finisher di un Ironman e del mitico Powerman Zofingen e che giustamente mi ha chiesto di citarlo nel mio resoconto
- Ad Armando,Piera e Chicco per la solita squisita compagnia
- A tutti gli atleti arrivati alla meta e a quelli sfortunati che per svariati motivi non ce l'hanno fatta
- A tutti i volontari presenti sul percorso un incommensurabile grazie di cuore
- A coloro che settimana scorsa mi hanno inviato messaggi di supporto come Franchino,Paolo Mecca, i fratelli Brustia, il salitomane lariano Scotti, Albi, Francesco, Vincenzo,Giampietro, Beppe e molti altri tramite il fantaforum.
4 commenti:
bel resoconto... sembra di essere lì.
la parte più bella? i brividi non di freddo, ovvero l'essenza dello sport!
grande amedeo, come al solito non ti fermano nemmeno i carrarmati -
adesso sotto con la prossima.
ciao Luciano
Praticamente ho rischiato di fermarmi da solo causa la mia sbadataggine. Come si dice dalle nostri parti sono proprio un tambor....
Se domenica non gareggi vieni a vedere lo sprint a Bergamo così ci si vede.
Alberto a vederti nella foto del blog sembreresti una persona seria...
Ciao Marco felice di risentirti e dispiaciuto per la tua sfortunata esperienza.La prestazione per come si era messa è da incorniciare ma spero che a Zofingen ,come ho già detto a Susanne dell'organizzazione,prenotino il sole per il prossimo anno.Sono stanco di prendere freddo ed acqua.Mandami la tua mail o il tuo cellulare.
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