venerdì 29 marzo 2013

Per una buona causa....


Il tutto ha inizio circa due settimane fa allorché sento squillare il cellulare e dall'altra parte della "cornetta"  odo con piacere la voce dell'amico Matteo Annovazzi, plurivincitore dell'Elbaman.
Quest'ultimo mi prospetta la possibilità di sostenere una causa benefica per un'associazione no profit denominata Rete del Dono, divenendo un Foundraiser, cioè una sorta di testimonial che invita amici e conoscenti a donare una cifra di denaro per un determinato progetto.
Matteo dice d'aver pensato al sottoscritto, in quanto persona conosciuta ed apprezzata nell'ambiente sportivo, un complimento alquanto gratificante perchè significa essere stimati sotto il profilo umano cosa a cui tengo in particolar modo .
Contattato da un responsabile di Rete del Dono ricevo istruzioni  per aprire un profilo personale sul loro sito e  pubblicizzare questa raccolta fondi a favore  Neurothon Onlus per sostenere il primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali umane per la cura della SLA.
Questo il messaggio elaborato e pubblicato con l'intento d'invogliare gli amici a contribuire, sia sul sito che su facebook tramite la creazione di un evento, coinvolgendo più di 1.200 persone : 
"Lo sport come mezzo di comunicazione capace d'attrarre l'attenzione di chi può, con un piccolo gesto ,regalare speranza ed un valido aiuto a coloro i quali operano alla realizzazione di progetti atti a ricercare soluzioni a malattie neurodegenerative come ad esempio la SLA. L'invito a fare da testimonial per la raccolta fondi è per me un onore e mi rivolgo a tutti gli amici sportivi e non affinchè si riesca a raggiungere l'obiettivo prefissato. Forza ragazzi !  "

Per dare un input all'iniziativa ho fatto la prima donazione auspicando di raggiungere l'obiettivo prefissato, ovverosia 500 euro, ma non sarà facile considerato il momento di grande crisi economica.
La seconda richiesta, in qualità di foundraiser, è stata quella di prendere parte ai Campionati Italiani di Duathlon Sprint a Romano di Lombardia , inclusi nel Circuito Eco Race al quale è collegata la raccolta fondi per Neurothon. 
A Matteo confido l'imbarazzo nel gareggiare su una distanza a me poco consona e comicamente gli faccio presente di non avere una bicicletta da corsa. Da quando mi sono dedicato anima e corpo agli Ironman utilizzo solo telai da crono, con appendici vietate nelle competizioni dove la scia è permessa.
"No problem, mi risponde, ti presterò la mia " :-)
Nonostante la data primaverile la coda d'inverno infierisce sui 700 duatleti al via e, sin dal mio arrivo nella bassa bergamasca, la pioggia è stata l'incontrastata ed indesiderata protagonista della kermesse tricolore.
Ma è mai possibile che ogni fine settimana debba essere guastato da un clima ostile? A memoria non ricordo un inizio di primavera così tormentato meteorologicamente e l'impossibilità di pedalare a temperature consone per il periodo. Fossi sprovvisto di calendario penserei d'essere nel mese di dicembre e non a fine marzo !
Incontro Matteo visibilmente in tilt perchè deve coadiuvare l'organizzazione dell'evento, ed insieme  passiamo dalla sua abitazione per recuperare la bici da corsa sulla quale sono posizionate appendici non consentite.Il problema è prontamente risolto dal meccanico di servizio e sono sinceramente preoccupato dallo scarso feeling col mezzo . Dovendo affrontare la seconda frazione di 20 km sotto la pioggia, con asfalto viscido l'unico fine sarà quello d'evitare capitomboli e spiacevoli contatti con altri concorrenti. Quando incrocio i diversi amici vedo raffigurata sul loro volto una certa meraviglia nel vedermi e la domanda sorge spontanea : "Cosa ci fai qui tu a correre un sprint ? :-O "
Freddo, pioggia e vento saranno i tre ingredienti principali di una gara dove ho potuto osservare dall'interno, con occhio distaccato, gli altri atleti dare il meglio di sè con condizioni climatiche al limite del sopportabile. Qualche belva assatanata, in preda a raptus agonistico, si è resa protagonista di traiettorie molto audaci con taglio repentino di curve o rotonde ma ho preso le dovute distanze rallentando in modo tale da portare sani e salvi corpo e bici alla seconda transizione :-)
Mani e piedi congelati han reso farsesca l'operazione del cambio scarpe bici-corsa e vano è stato ogni tentativo d'allacciare quest'ultime.....
Correre 2, km senza alcuna sensibilità nei piedi, con le stringhe slacciate è un aneddoto che racconterò quando ricorderò questo insolito ed imprevisto avvenimento sportivo. 
Conservo nelle memoria l'esilarante pasta party con Gianpiero ed i suoi compagni di squadra dell'Udine triathlon nonchè il ritorno alle gare di Paolo Marchesi, preziosa guida alla prima esperienza del sottoscritto nell'Ironman Lanzarote. Ringrazio sentitamente Matteo per l'opportunità avuta di vestire i panni del portabandiera di una causa umanitaria e tutte le persone incontrate per l'affetto e la sincera amicizia dimostrate nei miei confronti .
Invito tutti i lettori del blog a donare quello che si sentono a questo link :
     

       
           
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  God bless you !!!



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