con Paolo nella prima parte della gara...
L'arrivo con tanto di aeroplanino in compagnia di Walter
In maratona nell'Ironman Lanzarote con Paolo
Ho
raccontato ormai in varie occasioni la genesi del mio passaggio, dall’amato
odiato mondo calcistico,agli sport di resistenza passando attraverso alcune esperienze
formative, esplorando mondi sino ad allora sconosciuti o conosciuti in modo molto
superficiale….
Palestra,
Sci di fondo, Pattinaggio a rotelle e la domenica mattina le impegnative corse
podistiche non competitive sugli ostici saliscendi brianzoli capaci di lasciare
il segno nei quadricipiti poco avvezzi a sforzi di lunga durata. L’innata
curiosità e passione per ogni genere di sport ,m’aveva portato a conoscere il
triathlon tramite le memorabili imprese di Mark
Allen
ed il tarlo di provarlo s’annidava nella mia mente.
Telefonai alla
Federazione Italiana di Triathlon, la quale m’accennò della nascita di una
nuova società denominata “Triathlon Lecco” contattata l’indomani per fissare un appuntamento. Riuscii
ad avere l’opportunità di tentare l’avventura nella triplice disciplina, conscio
delle mie limitate capacità natatorie ed alle prime armi con l’utilizzo della
bicicletta da corsa, oggetto semi sconosciuto sino ai 31 anni. La corsa era
l’unica frazione delle tre dove potevo annoverare un po’ di gavetta accumulata nelle
suddette non competitive domenicali.
Tra i vari
atleti conosciuti durante il mio primo anno all’interno del sodalizio lecchese
uno di loro, tale Paolo
Chiarino, è risultato essere il testimone oculare del mio battesimo nelle gare
simbolo dei due sport a me più cari: il triathlon e la corsa.
Maratona e
Ironman i sogni realizzati, impensabili sino ad un paio d’anni prima, traguardi che col senno di poi sono fiero
d’aver raggiunto. Rimanendo ghettizzato nel calcio avrei potuto girare il bel
paese ,nulla più, mentre tramite la multidisciplina son venuto a contatto con
realtà molto diverse fra loro e dalle quali ho tratto un arricchimento
culturale e sportivo.
Ricordo come
se fosse ieri la corsa con Paolo ed il suo abituale compagno d’allenamenti
Walter, anch’egli tesserato per il
Triathlon Lecco, durante la quale parlavano del loro prossimo obiettivo
sportivo dopo aver felicemente concluso il loro primo Ironman a Zurigo. Li
ammiravo per aver portato a termine la gara regina del triathlon ma nel
contempo ero affascinato dalla maratona, consapevole di non essere adeguatamente
preparato per partecipare con loro a quella di Carpi. Come ultimo lungo
avevano optato per la Milano-Pavia
e ,nonostante fossi spaventato dai 33
km del percorso ,accettai l’invito ad accompagnarli.
Ero al
settimo cielo quando senza alcun problema riuscii a correre l’intera distanza e
galvanizzato decisi di seguire il duo d’amici anche alla Maratona d’Italia.
Timoroso del famoso muro del maratoneta , lasciai partire Walter
al suo passo posizionandomi al fianco di Paolo ma quest’ultimo , col
passare dei chilometri,notò che rappresentava
un freno per me e più volte mi sollecitò ad accelerare. Cosa che feci
dopo la mezza, raggiungendo Walter ed una volta giunti sul vialone d’arrivo
inscenammo , sino al traguardo , l’aeroplanino alla Montella :-)
Provai una
gioia indescrivibile !
IO avevo
corso una maratona, ma no dai non è possibile sarò su scherzi a parte!
Purtroppo un paio di mesi più tardi ,saranno state le scarpe usurate, l’assenza
d’allenamento , riscontrai problemi al ginocchio sinistro e svanì il desiderio
di ripetere la felice esperienza. A fine gennaio andai sotto i ferri e dovetti
attendere più di un anno per poter riprovare la soddisfazione di concludere i
canonici 42.195 metri della maratona.
Discorso
diverso per l’altro “sogno spauracchio”
rappresentato dall’Ironman , dove le paure venivano ingigantite dalle distanze
e dai racconti epici di chi l’aveva provato sulla sua pelle…. L’idea originaria era quella di schierarsi al
via dell’ Ironman Europe a
Roth , la Mecca europea della distanza però non venne accettata la
mia richiesta d’iscrizione e ritenevo assurdo l’inserimento del sottoscritto in
una waiting list.
Presi la
decisione di consultare il calendario gare e scovare la prima disponibile in
territorio europeo ed il dito scorrendo si fermò lì, Ironman Canarias a Lanzarote.
M’iscrissi in tempo zero non consultando i percorsi e quando comunicai la
scelta ad alcuni compagni di squadra, mi colpì il loro sguardo esterrefatto.
“Ame ma hai guardato i percorsi della gara? Lo sai che è ritenuta la più dura
del circuito per il forte vento?”
Di primo
acchito pensai d’aver commesso un grave errore ed effettivamente avevano
ragione a definirmi sprovveduto ma, dopo due stagioni d’apprendistato ed aver
sperimentato tutte le distanze,era forte il desiderio di mettermi alla prova in
un Ironman.
E chi mi
ritrovai ai nastri di partenza ? Il buon Paolo, da sempre votato al nuoto, e
ritrovato poi durante la maratona finale correndo, per un tratto, fianco a
fianco così com’era accaduto due anni prima al mio esordio in maratona. Patii
notevolmente l’emozione e la temperatura fresca delle acque oceaniche però
seppi gestirmi bene ed ancora oggi a distanza di 14 anni mentre guardo la foto
del mio arrivo un brivido pervade tutto il corpo.
Oh my God
sono un Ironman finisher! e chi l‘avrebbe mai detto che la storia avrebbe
avuto un seguito così duraturo nel tempo con l’insperata ciliegina della
partecipazione al Campionato
mondiale Ironman a Kona? Ed a chi mi ha chiesto se dopo tale esperienza le mie motivazioni
fossero finite ho risposto che per me Kona non è il punto d’arrivo, ma una
tappa come le altre di un cammino iniziato scanzonatamente 14 anni fa .
Proseguirò con lo stesso spirito ironico e senza prendermi troppo sul serio , sapendo
di non essere eterno e che un giorno quando smetterò potrò ritenermi appagato
delle esperienze maturate e delle tante persone conosciute.
E l’amico Paolo? E’ una celebrità nel nuoto di fondo, con
traversate in ogni parte del mondo e prove al limite del disumano ma quando ci
rivediamo lui scherzosamente mi dice “ecco posso dire d’avere l’onore d’essere
stato presente nei tuoi esordi in maratona e nell’Ironman”. E qui scoppia una fragorosa risata perché
un’altra cosa c’accomuna, la sana ironia ;-)
God bless you !!!
4 commenti:
cioè.....la tua prima maratona Zio l'hai chiusa e 3h18'???????
Anche io :)
si ma non era prevista e corsa improvvisandola... difatti credo siano state anche le scarpe ormai scariche oltre alla mancata preparazone a crearmi il problema al ginocchio poi operato. La maratona successiva infatti la corsi a Piacenza ad inizio 1998 rimanendo sotto le 3 h. grande soddisfazione :-)
:)
grandissimo Zio.....allora visto l'esordio simile al tuo....spero di avere la stessa carriera e continuità :)
Te lo auguro per quanto concerne la continuità ma sono sicuro che farai molto meglio considerata la giovane età, il talento e l'applicazione nell'allenamento. Io per scelta non mi sono mai allenato :-)
Posta un commento